Meno occupati e più inattivi, a luglio ombre sul lavoro

Operaio al lavoro in un'industria tessile.
Operaio al lavoro in un'industria tessile.

ROMA. – Passo indietro a luglio per l’occupazione dopo la flessione registrata a giugno: nel mese – secondo i dati diffusi oggi dall’Istat – si sono persi 28.000 occupati dopo i 41.000 persi a giugno. Su base annuale il dato complessivo è positivo (+277.000 occupati) ma l’espansione si concentra nel lavoro a termine (+336.000) mentre calano i lavoratori dipendenti con un contratto stabile (-122.000). Meno occupati quindi e più precari mentre crescono nel mese in modo significativo le persone inattive tra i 15 e i 64 anni (+89.000, tornano a superare i 13,2 milioni).

Il mercato del lavoro a inizio dell’estate sembra essersi messo in attesa. Cala il tasso di disoccupazione (al 10,4% dal 10,8% di giugno, al livello più basso dal 2012) grazie alla crescita dell’inattività (+0,3 punti percentuali) . In pratica a luglio il tasso di occupazione è rimasto stabile al 58,7% rispetto a giugno mentre la disoccupazione è calata grazie all’uscita dal mercato del lavoro di una parte di popolazione tra i 15 e i 64 anni. Si riduce anche il tasso di disoccupazione dei giovani che tocca il 30,8%.

Su base annua l’andamento è comunque positivo con 277.000 occupati in più rispetto a luglio 2017 e 271.000 disoccupati in meno (-92.000 gli inattivi). Se si guarda al tasso di disoccupazione su base annuale è diminuito di un punto percentuale mentre quello di occupazione è cresciuto di 0,8 punti.

A luglio il calo degli occupati si concentra sui lavoratori dipendenti permanenti (-44.000), categoria che registra una flessione anche su base annua (-122.000). I dipendenti con contratti a termine crescono anche a luglio mentre su base annua segnano 336.000 occupati in più.

L’occupazione su base annua cresce soprattutto tra gli over 50 (+381.000 occupati) grazie alla stretta sulle regole per l’accesso alla pensione che tiene in ufficio e in fabbrica le persone fino a un’età più avanzata, ma lievi incrementi si registrano anche nella fascia tra i 15 e i 24 anni e in quella tra i 25 e i 34 anni. Il tasso di occupazione complessivo cresciuto su base tendenziale di 0,8 punti percentuali è salito di 1,5 punti nella fascia tra i 50 e i 64 anni, di 1,4 punti nella fascia più giovane, di 0,9 punti tra i 25 e i 34 anni e di appena 0,4 punti nella fascia tra i 35 e i 49 anni.

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