Trump minaccia stangata dazi a Cina. Allarme Apple

Un lavoratore dello stabilimento di lavorazione dell'acciaio a Hangzhou, circondato da bobine di acciaio. Cina
Un lavoratore dello stabilimento di lavorazione dell'acciaio a Hangzhou. (Cina). (Chinatopix via AP)

NEW YORK. – Donald Trump minaccia Pechino: a “breve” potrebbero scattare dazi su 267 miliardi di dollari di prodotti Made in China, che andrebbero ad aggiungersi ai 200 miliardi ai quali l’amministrazione sta già lavorando. Numeri che fanno paura perché arriverebbero a coprire l’intero ammontare delle esportazioni cinesi negli Stati Uniti.

I dazi avrebbero fra le sue vittime Apple: Cupertino ammette che aumenterebbero i costi dei suoi prodotti e pubblica la lista di quelli che sarebbero colpiti. Si va dall’Apple Watch agli AirPod, dall’HomePod al Mac Mini. “Il nostro timore è che gli Stati Uniti saranno i più colpiti da queste dazi, e questo si tradurrà in una più bassa crescita, in una minore competitività e in prezzi più alti per i consumatori americani”, afferma Apple.

L’avvertimento di Cupertino si accompagna all’appello dell’ultima ora di alcune delle maggiori aziende tecnologiche americane che, in una lettera all’amministrazione, hanno invitato Trump a fare un passo indietro e a non imporre dazi su 200 miliardi di dollari di Made in China. Farlo significherebbe penalizzare le aziende americane e i consumatori: a preoccupare i big è un aumento dei costi ma soprattutto le ritorsioni della Cina, un mercato enorme e ambito da tutte le grandi aziende statunitensi.

I dazi “sono controproducenti e finora si sono tradotti solo in un aumento dei costi per le aziende americane, per gli agricoltori, per gli importatori, per gli esportatori e per i consumatori”, si legge in una lettera dei big tecnologici – fra i quali Cisco e Hewlett-Packard – al rappresentate americano per il commercio, Robert Lighthizer, alla scadenza del termine per la consultazione pubblica sui dazi alla Cina.

Ma nonostante gli appelli Trump sembra intenzionato ad andare avanti sulla sua strada. “Nessuno ha mai fatto quello che ho fatto io. I 200 miliardi di dollari di cui stiamo parlando potrebbero entrare in vigore molto presto, dipende da quello che succederà. In un certo senso, sta alla Cina”, afferma deciso Trump.

“Mi dispiace dirlo ma ci sono altri dazi su 267 miliardi di dollari pronti a scattare a stretto giro se voglio. E questo può cambiare le carte in tavole”, aggiunge. P

arole che come effetto immediato hanno quello di far calare Wall Street, in una seduta che si era aperta all’insegna dei dati positivi sull’occupazione. Gli investitori, così come le aziende americane, restano così con il fiato sospeso in attesa di capire se le minacce diverranno realtà.

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