Lo spread vola, per le banche incubo aumento di capitale

Piazza Affari a Milano. (ANSA)

MILANO. – La corsa dello spread ha innestato l’allarme banche che, avendo in cassaforte scorte consistenti di Btp, vedono la forza dei loro patrimoni ridursi giorno dopo giorno. Se non ci saranno cambi di rotta, fra gli addetti ai lavori c’è già chi vede profilarsi il rischio di nuovi aumenti di capitale. A dare l’ennesima accelerata al differenziale fra i rendimenti dei titoli di Stato italiani e tedeschi sono state le critiche della Commissione Europea alla nota di aggiornamento al def presentata dal governo italiano.

Nella prima seduta di Borsa utile, lo spread ha superato quota 300 punti, affossando l’indice di settore per la finanza che, in Piazza Affari, ha chiuso con una perdita del 3,45%. D’altronde, l’aumento dello spread indica una riduzione del valore dei btp e, quindi, del portafogli di chi negli anni ne ha fatto scorta. A maggio il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, ha ricordato che l’esposizione delle banche al settore pubblico è scesa di oltre un quarto, ma che si attesta ancora sui 300 miliardi di euro. Una quota in diminuzione, dunque, ma sempre corposa.

Ecco che Credit Suisse avverte: se lo spread si allargasse ancora, le banche italiane dovrebbero correre ai ripari. “Lo spread sopra 400 punti base non è sostenibile – scrivono in un report gli analisti della banca svizzera”. Per gli istituti monitorati da Credit Suisse, “un ampliamento di 200 punti base dai 238 di fine giugno ridurrebbe in media il Cet1”, cioè il principale indicatore di solidità patrimoniale, “di 66 punti base, dal 12,53% a 11,87%, facendo scattare aumenti di capitale”.

In un’intervista a Bloomberg, anche il direttore del fondo di salvataggio europeo Esm, Klaus Regling, ha auspicato che il governo italiano tenga d’occhio il settore, perché “soffre quasi immediatamente” dell’aumento dello spread “per il legame delle banche con il debito sovrano: il costo di approvvigionamento sale” e, dunque, per gli istituti di credito “è un punto debole”.

Anche a causa dello spread, nei giorni scorsi la banca americana Citi ha tagliato il giudizio sugli istituti italiani da ‘overweight’ a ‘neutral’. Preoccupati pure gli analisti di Morgan Stanley, che temono un impatto negativo dello 0,6% sul patrimonio tangibile e un impatto sul capitale compreso tra 1 e 14 punti base. Mentre per Merrill Lynch le svalutazioni dei Btp e il rallentamento dell’economia possono innescare un nuovo credit crunch.

(di Giampaolo Grassi/ANSA)

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