Fiammata mercati: lo spread tocca 340, poi in forte calo

La mano di un operatore con una matita indica l'andamento dello spred sullo schermo del computer indicando l'andamento dello spread
Lo spread riparte.

MILANO. – Prima paura, poi ottimismo: i mercati quanto mai nervosi, con uno spread Btp-Bund che vola a 340 punti, chiudono però con un verdetto finale in vista del week end molto chiaro: il differenziale con la Germania ritorna a quota 300 con una fortissima corrente di acquisti nelle ultime due ore di scambi sui titoli di Stato italiani.

Qualcosa è successo e alcuni operatori internazionali scommettono che alla fine i fili con Ue potrebbero tornare ad annodarsi e l’Italia potrebbe ritoccare la sua stima di rapporto deficit/Pil poco sopra al 2%. Una possibilità che, al momento, non sembra essere sul tavolo del confronto politico.

Con un finale ottimista il Btp a dieci anni ha infatti chiuso la giornata con un calo del suo rendimento di 20 punti base, uno dei miglioramenti più vistosi degli ultimi mesi.

Ma prima di questa inversione di rotta soffiava un’aria davvero pesante: il differenziale con i Bund tedeschi era arrivato in mattinata fino a quota 340, un livello che non si vedeva dal marzo 2013. E si assisteva contemporaneamente alla riduzione del nostro ‘vantaggio’ sulla Grecia, con lo spread verso i titoli ellenici sceso anche sotto i 70 punti base, un livello che non si registrava dal 2009. Alla fine il Btp di riferimento si cristallizza per il fine settimana al tasso comunque non basso del 3,47% e le indicazioni dalla Banca d’Italia non sono tranquillizzanti.

“L’efficacia delle politiche di bilancio nel sostenere l’economia dipenderà anche dal mantenimento della fiducia dei risparmiatori e degli investitori”, scrive Bankitalia nel bollettino economico, con “i mercati finanziari italiani che sono stati interessati da forti tensioni, connesse con l’incertezza degli investitori”. Che infatti dall’estero hanno ridotto l’esposizione sull’Italia: sempre secondo via Nazionale nei primi 8 mesi “hanno ridotto i titoli italiani di 42,8 miliardi”, “soprattutto titoli pubblici (24,9 miliardi) e obbligazioni bancarie (12,4).

Gli acquisti a gennaio-aprile sono stati più che compensati dalle vendite di maggio e giugno (oltre 57 miliardi). E in luglio e agosto gli investitori esteri hanno venduto titoli sovrani per 8,7 miliardi. Una stima confermata dalla Bce, secondo la quale gli investitori esteri hanno venduto 17,9 miliardi di titoli italiani nel solo mese di agosto. Bankitalia afferma anche che l’economia frena, con il Pil che nel terzo trimestre “sarebbe cresciuto in termini congiunturali dello 0,1% rallentando rispetto ai tre mesi precedenti”, mentre l’agenzia di rating Fitch ha tagliato a ‘negativa’ la prospettiva di 6 banche (tra le quali Intesa, Unicredit e Mediobanca) dopo l’analoga decisione sul rating dell’Italia che verrà rivisto la prossima primavera, mentre le altre due grandi agenzie (Moody’s e S&P) lo faranno entro la fine del mese.

L’impennata degli ultimi mesi dello spread penalizza l’erogazione del credito, erodendo i coefficienti di capitale e rendendo difficoltoso il funding, afferma l’amministratore delegato di Ubi, Victor Massiah, e le banche sono state sotto pressione anche in Piazza Affari, che ha concluso la seduta piatta con Mps che ha ceduto quasi il 5%, mentre Unicredit è scesa meno di un punto percentuale e Intesa ha tenuto.

(di Alfonso Neri/ANSA)

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