“Caso Italia” congela integrazione economica e bancaria in Europa

Un ragazzo col cellulare fotografa la bandiera europea.
Integrazione economica e bancaria in Europa

BRUXELLES. – Se l’aumento dello spread in Italia non ha finora contagiato altri Paesi, lo scontro tra Roma e Bruxelles ha già avuto un effetto collaterale sull’Eurozona: il dibattito sulla riforma del fondo salva-Stati Esm e sul completamento dell’Unione bancaria, che doveva concludersi a dicembre, si è arenato in attesa di capire dove porterà il ‘caso Italia’.

Con un tema così caldo, le posizioni sulle riforme, già molto diverse, si sono irrigidite, tanto da rendere sempre più probabile un rinvio al prossimo anno di tutto il pacchetto il cui via libera era invece atteso al summit Ue di dicembre.

L’Eurogruppo discute da mesi la riforma dell’Esm, che da una parte dovrà fornire il ‘paracadute’, o backstop, al fondo salva-banche (Srf), dall’altra trasformarsi in un Fondo monetario europeo, anche se nessuno vuole utilizzare quel termine che evoca la necessità di salvataggi. In realtà, finora l’unico progresso si è fatto sul backstop: dopo l’accordo politico di giugno scorso, entro dicembre l’Eurogruppo deve presentare ai leader i dettagli del suo funzionamento.

Ma la discussione è in alto mare, e i timori per le banche italiane non aiutano ad accorciare le distanze: i Paesi rigoristi, Germania in testa, vogliono essere sicuri che il paracadute non vada a salvare le banche di Paesi indisciplinati, e quindi chiedono condizionalità molto elevate per il suo utilizzo.

Stesso discorso per la trattativa sugli strumenti Esm per aiutare i Paesi solidi, ma che rischiano stress finanziari per qualche motivo, come può essere, ad esempio, l’Irlanda in seguito alla Brexit. Già esistono due tipi di linee di credito, la Precautionary Conditioned Credit Line (PCCL) e l’Enhanced Conditions Credit Line (ECCL).

Entrambe richiedono il rispetto del Patto di stabilità per potervi accedere. Anche in questo caso i rigoristi vogliono una rassicurazione ulteriore: visto che considerano la Commissione troppo debole perché, ad esempio, non ha mai aperto procedure per squilibri eccessivi nonostante casi border-line da anni come quello italiano, vogliono trasferire all’Esm il potere di controllo sui bilanci. Con la conseguenza di azzerare la valutazione politica che la Commissione ha sempre fatto dei singoli casi, passando ad un calcolo meramente tecnico.

La situazione italiana, che sarà discussa all’Eurogruppo del 5 novembre, potrebbe quindi fornire l’alibi perfetto per rinviare riforme scomode, incluso il completamente dell’Unione bancaria: fonti europee sottolineano come, con le banche italiane a rischio, l’assicurazione comune sui depositi è definitivamente tramontata.

(di Chiara De Felice/ANSA)

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