La Coppa Libertadores con la finale più bella, è Boca-River

Dario Benedetto abbraccia i compagni di squadra dopo il gol al Palmeiras e che qualifica il Boca Juniors per la finale della Libertadores.
Dario Benedetto abbraccia i compagni di squadra dopo il gol al Palmeiras e che qualifica il Boca Juniors.

ROMA. – Un derby da sempre ‘bollente’ che diventa una finale storica. La doppia sfida (10 e 24 novembre) per assegnare la Coppa Libertadores 2018, e quindi il titolo di campione del Sudamerica, vedrà di fronte Boca Juniors e River Plate, le due squadre più titolate di Buenos Aires, e anche le più amate in tutta l’Argentina.

Fra loro la rivalità è acerrima, e nemmeno il più abile sceneggiatore di thrilling avrebbe potuto escogitare un finale del genere. In più c’è il pizzico di suspense generato dal fatto che la Conmebol, la confederazione sudamericana, ha voluto precisare che la qualificazione del River è ‘sub judice’ a causa del reclamo del Gremio per il fatto che il tecnico degli argentini, Marcelo Gallardo, ha guidato la squadra via radio dalla tribuna e l’ha regolarmente ‘arringata’ prima del match e durante l’intervallo nonostante fosse squalificato.

La decisione verrà presa sabato ma, a meno di clamorose sorprese, tutto finirà con una multa, quindi Renato Portaluppi dovrà rassegnarsi a seguire dal divano di casa i due match per il titolo, il SuperClasico più sentito del Sudamerica. Una finale stracittadina c’è già stata due volte in Champions League, fra Real e Atletico Madrid, con successi delle ‘merengues’, ma pur tenendo conto della passione dei madrileni per il calcio la rivalità fra i due giganti di Buenos Aires è un’altra cosa.

Di sicuro nella capitale argentina (che proprio in queste ore medita di candidarsi, assieme a Ushuaia, per l’Olimpiade invernale del 2026 o 2030) anche l’aspetto dell’ordine pubblico andrà tenuto nella giusta considerazione.

A dare la sua 11/a finale continentale (è un record) al Boca, dopo che il giorno prima si erano qualificati i ‘cugini’ del River, è stato il bomber Benedetto, ‘nuovo Batistuta’ uscito troppo presto dai radar di mercato della Lazio. Pur partendo in entrambe le occasioni alla panchina al Palmeiras ha segnato due gol nella semifinale di andata e uno in quella di ritorno, trasformandosi in nuovo incubo di Scolari, che ora per consolarsi tenterà di vincere (ha ottime possibilità di riuscita) il campionato nazionale: “lotteremo fino alla morte per conquistare lo scudetto”, ha detto ‘Felipao’ dopo la fine della partita di ieri notte.

Intanto va sottolineato che, anche se i brasiliani non saranno d’accordo, che alla doppia finale arrivano le due squadre che in questa edizione della Libertadores hanno dato il meglio, anche se nel caso del River è stato determinante l’ aiuto dell’arbitro e della Var. Lo ha riconosciuto perfino Borré, autore dell’1-1 del River nel ritorno contro il Gremio: “avanti così, con la mano di Dio”.

Infatti il suo gol lo aveva segnato come Maradona all’Inghilterra nei Mondiali del 1986. Ma contro il Boca dell’ex romanista Gago, dell’ex laziale Zarate e di Carlitos Tevez, e allenato dal ‘Mellizo’ Barros Schelotto, scommessa persa a Palermo da Maurizio Zamparini, servirà ben altro: un derby, specie se doppio, non ha pronostico.

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