Libia, il nodo del petrolio conteso tra le fazioni

Pozzi di petrolio in fiamme in Libia.
L'Onu: 'Unificarne la gestione per non disperdere la ricchezza'. (AP Photo/Nabil al-Jurani, File)

PALERMO. – In Libia c’è tanto petrolio da garantire la piena sussistenza a tutto il paese, ma le rivalità territoriali stanno disperdendo tale ricchezza. La priorità dell’Onu, su questo fronte, è l’unificazione degli enti che gestiscono le risorse per garantirne un pieno sfruttamento e soprattutto un’equa redistribuzione. Le riforme economiche costituiscono uno dei tre pilastri su cui si basa la road map che l’inviato Ghassam Salamè ha condiviso con tutte le parti libiche in occasione della conferenza di Palermo.

Uno dei nodi principali è che in un paese di fatto diviso in due tra Tripoli e Cirenaica, c’è stato uno sdoppiamento della Banca centrale, che tra le altre cose ha provocato una pesante svalutazione del dinaro nazionale. Salamè, a Palermo, ha sottolineato che nel paese le fazioni vogliono superare questa anomalia, ed ha ricordato che questa estate si è riusciti ad organizzare un meeting tra le autorità dei due enti paralleli: un primo passo verso la giusta direzione.

L’Onu preme per promuovere nelle prossime settimane un incontro dello stesso tipo tra i due enti che gestiscono il petrolio. La Noc, sotto l’ombrello riconosciuto a livello internazione del governo Serraj, e la sua ‘filiale’ a Bengasi, che è diventata una sorta di forziere di Haftar, dopo che il generale ha preso il controllo della Mezzaluna Petrolifera nel golfo di Sirte: il più importante polo del paese, anche in termini di infrastrutture.

Anche in questo caso, la sovrapposizione istituzionale ha creato una vasta zona grigia in cui è proliferata la corruzione e la gestione opaca delle risorse, che ha ingolfato l’economia libica, invece di rilanciarla, nonostante ormai si viaggi verso una produzione stabile di un milione di barili al giorno. Anche sul fronte economico, quindi, la Libia è ancora tutta da ricostruire.

Lo stesso premier Giuseppe Conte ha ricordato che la conferenza di Palermo ha dato “grande attenzione” a questo dossier, ospitando diversi panel tecnici a cui hanno contribuito anche funzionari del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale.

“Sono state sviluppate discussioni interessanti su questioni come la riunificazione delle istituzioni economiche e finanziarie, la necessità di una maggiore trasparenza nella gestione delle risorse e di una allocazione corretta dei fondi pubblici”, ha riferito Conte, rilevando che sono emersi “progressi in tema di revisione finanziaria e su un dialogo rafforzato in tema di trasparenza fiscale”.

Inoltre, ha ricordato la vice di Salamè, Stephanie Williams, “il semplice annuncio di riforme economiche ha portato all’aumento delle riserve di liquidità delle banche, con un conseguente calo del cambio al mercato nero”.

(dell’inviato Luca Mirone/ANSA)

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