“Padre” e “madre” sui documenti, Anci e M5s bocciano Salvini

Un momento del corteo delle famiglie Arcobaleno a Piazzale Cadorna, Milano. Salvini
Un momento del corteo delle famiglie Arcobaleno a Piazzale Cadorna, Milano, 14 aprile 2016. ANSA/MOURAD BALTI TOUATI

ROMA. – “Nessuna sostituzione dei termini genitore ‘1’ e ‘2’ con ‘madre’ e ‘padre'”. L’Anci e l’M5s bocciano la proposta del vicepremier Matteo Salvini sulle modifiche delle diciture nei moduli sul rilascio della carta di identità elettronica per i figli minorenni. Un ‘no’ che arriva poche ore dopo il parere negativo espresso dal Garante della privacy e la reazione di Salvini, che ha ribadito di voler portare avanti la battaglia.

Anche nel Governo stessa contrapposzione, con il ministro leghista della Famiglia Fontana che si schiera con Salvini, “Bravo Matteo, sulle cose giuste si va avanti!” e Vincenzo Zoccano, sottosegretario alla Famiglia in quota Cinque Stelle, che replica: “il tema del genitore 1-genitore 2 non sta nel contratto di questo governo, quindi noi ragioniamo nei termini della legge vigente”.

Dello stesso avviso la sindaca di Torino, Chiara Appendino: “Noi rimaniamo dell’idea che sia giusto il passo in avanti che si è fatto e che la posizione di Salvini sia un passo indietro – ha detto la prima cittadina Cinque stelle -. Noi continueremo per la nostra strada e non faremo marcia indietro”. “Credo che l’uso del termine genitore su alcuni moduli non sminuisca il ruolo di nessuno”, le ha fatto eco il presidente dell’Anci, Antonio Decaro. “Sono i bambini a non dover essere discriminati. La parola ‘genitore’ serve a evitare di escludere a priori le nuove famiglie che pure ci sono già nella società italiana”.

Protesta il segretario e consigliere regionale della Lega in Puglia, Andrea Caroppo, che chiede ai sindaci di “richiamare Decaro: non si usa un organo istituzionale di rappresentanza per battaglie meramente ideologiche e di parte”. Anche in Comune a Milano i leghisti hanno fatto sentire la loro voce sull’argomento: “La Lega con coerenza ribadisce che i figli nascono da un padre e da una madre”, ha detto il capogruppo in consiglio comunale, Alessandro Morelli, parlando della decisione del sindaco, Beppe Sala, di discutere in aula della trascrizione all’anagrafe cittadina dei bambini figli di due padri.

La presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, ha invece attaccato il Garante della privacy e in particolare il presidente Antonello Soro, sottolineando la sua precedente carica di parlamentare Pd: “Avvertitelo – ha detto Meloni – che privacy o non privacy a occhio si vede chi dei due è il padre e chi la madre e la nostra legge non permette adozioni gay. Basta idiozie”.

Pronta la risposta di Soro, che ha ricordato: “Anche in questo caso il Garante si è limitato a verificare la conformità dell’atto sottopostogli rispetto alla disciplina di protezione dati. Quanto agli insulti rivolti all’Autorità, essi, come noto, qualificano chi li fa e non chi li riceve”.

(di Lorenzo Attianese/ANSA)

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