Congresso Pd: nodo tessere. Renzi: “No referendum su di me”

Matteo Renzi durante il suo intervento all'Assemblea Nazionale del Partito Democratico. Pd
Matteo Renzi durante il suo intervento all'Assemblea Nazionale del Partito Democratico. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

ROMA. – Come ogni congresso del Pd che si rispetti, la corsa si apre con una querelle sulle tessere, essenziali per la prima fase a cui possono partecipare i soli iscritti al partiti: ad alzare la voce sono Matteo Richetti e Francesco Boccia che chiedono di consentire l’iscrizione on-line, cosa non più in uso da un paio di anni. Questa e altre decisioni spetteranno alla Commissione congressuale, che si insedia martedì. In questo clima Matteo Renzi lascia capire il proprio apprezzamento per Marco Minniti ma lancia un appello a “un congresso sulle idee” e non a un referendum sulla sua persona.

Il sostegno degli iscritti è essenziale per la corsa alla segreteria. Innanzitutto per presentare la candidatura occorrono 1.500 firme di iscritti, raccolte in cinque regioni diverse; inoltre sono i tesserati che votando nei circoli selezionano i tre candidati che accedono alle primarie.

Ma Richetti e Boccia hanno lanciato un grido di dolore: “sono stati in Sicilia, Abruzzo, Piemonte – ha detto il primo – e diverse persone mi hanno detto ‘sono quattro mesi che tento di prendere la tessera, ma non mi viene data”. “Ci sono gruppi dirigenti che sono asserragliati nei circoli con i mobili dietro le porte” si è lamentato Boccia. Insomma una “serrata” delle correnti attuali che sostengono gli altri candidati. La richiesta è permettere l’iscrizione on line in queste ultime settimane prima del voto.

Su questo e su tutte le procedure deciderà la Commissione congressuale che domani terrà la prima riunione. Qui però saranno presenti le tre correnti del precedente congresso (in cui corsero Renzi, Orlando e Emiliano): Boccia potrà contare su alcuni rappresentanti amici, ma Richetti no. Nel 2017 la Commissione fu integrata dai altri rappresentanti dei candidati, ma sono dopo la presentazione delle firme a sostegno.

Sul versante delle candidatura, Maurizio Martina (che nei prossimi giorni ufficializzerà la propria discesa in campo) ha incassato l’appoggio del capogruppo Graziano Delrio, che anzi ha invitato Richetti a una sorta di ticket con il segretario uscente. Entrambi, dice Delrio, rappresentano le nuove leve legate al territorio, che lui sogna alla guida dei Dem.

Sul congresso ha fatto sentire la sua voce anche Matteo Renzi, che sabato aveva disertato l’Assemblea nazionale. Non si è trattato di una presa di distanza dal partito, ma da un distanziamento dal congresso per evitare che si trasformi in un referendum su di lui. “Sono fiero e orgoglioso del lavoro di questi anni – ha detto – Chi vuole abiurare, vergognarsi, tornare indietro faccia pure. Io non mi vergogno del lavoro sull’economia, sui diritti, sul rinnovamento, sull’Europa, sul sociale, sulla cultura”.

“Non ho mai voluto organizzare una corrente e non lo farò adesso – ha aggiunto Renzi – Opportunamente Marco Minniti ha sottolineato come la sua storia sia una storia di autorevolezza e indipendenza. Bene! Mi sembra che adesso si possa fare il congresso sulle idee, non su di me”.

(di Giovanni Innamorati/ANSA)

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