Altra grana per Alitalia, serve anche nuovo commissario

Un equipaggio di Alitalia si avvia verso l'aereo.
Un equipaggio di Alitalia si avvia verso l'aereo. FOTO ANSA / Daniel Dal Zennaro

ROMA. – Con l’uscita di Luigi Gubitosi da Alitalia cresce la preoccupazione per il futuro della compagnia. In uno scenario già caratterizzato da tempi sempre più stretti (il 15 dicembre è il termine per restituire il prestito ponte) e da un progetto di rilancio ancora da definire con Ferrovie dello Stato cui affiancare un partner internazionale, aumenta il pressing dei sindacati sul ministro dello sviluppo Luigi Di Maio perché convochi il tavolo ‘permanente’ sulla compagnia promesso più di un mese fa.

Intanto è attesa a breve (dovrebbe essere questione di qualche giorno), sempre dal Mise, la decisione su chi andrà a completare la terna commissariale accanto a Stefano Paleari e Enrico Laghi: si starebbe cercando qualcuno che si occupi più della parte manageriale di cui si è occupato finora Gubitosi, a cui erano attribuite anche le funzioni di coordinatore.

Gubitosi esce di scena dopo 18 mesi e lascia (“con commozione” dopo una “straordinaria avventura”) una società che, se nel maggio 2017 aveva “prospettive molto negative”, ora “ha ripreso quota”: “la winter – scrive nella lettera inviata ai dipendenti – è stata superata brillantemente e questo inverno non costituirà un problema. Alitalia continua a crescere, a novembre a doppia cifra, le performance operative ci vedono tra i leader a livello mondiale ed è in corso un processo di continuo miglioramento su tutti gli aspetti del business”.

La compagnia va quindi “progressivamente meglio”, ma “c’è ancora tanto da fare”, torna a ripetere Gubitosi, ricordando che a gennaio inizierà il processo di modernizzazione della flotta con i 3 nuovi A321 Neo. C’è poi c’è da far decollare il progetto di rilancio con Ferrovie dello Stato, su cui Gubitosi si dice “favorevolmente impressionato dall’entusiasmo e dalla professionalità della dirigenza e del team” che vi sta lavorando.

C’è però preoccupazione tra i sindacati, che tornano a gran voce a chiedere a Di Maio di convocarli (attendono dall’incontro del 12 ottobre) per avere garanzie sul futuro della compagnia. Il problema di Alitalia non è l’addio del commissario Luigi Gubitosi, ma “l’incertezza che il Governo lascia alle scelte per le politiche di sviluppo”, avverte il segretario della Cgil Susanna Camusso.

“Non siamo preoccupati del fatto che Gubitosi sia andato in Tim ma per Alitalia”, sottolinea la leader della Cisl Anna Maria Furlan, chiedendo chiarezza sull’ingresso di Fs, ma soprattutto sul partner internazionale. Le offerte sul tavolo sono quelle di EasyJet e Delta, ma non sarebbe tramontato del tutto l’interesse di Lufthansa.

In vista del nuovo commissario, invece, i sindacati chiedono continuità. La Uiltrasporti suggerisce che sia Paleari a coordinare la terna dei commissari perché un nuovo coordinatore significherebbe perdere tempo prezioso. L’Fnta chiede che il nuovo commissario abbia “specifiche e adeguate competenze” nel settore.

(di Enrica Piovan) (ANSA)

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