Salvini: “Su Global compact con i 5S”. Conte: “Idee diverse”

Migrante in attesa controllo allo sbarco. Global
Migranti in attesa controllo allo sbarco. (Foto Lapresse)

ROMA. – Smussare gli spigoli, ricucire ogni strappo, rassicurare tutti, e soprattutto prendere tempo. E’ questa la parola d’ordine all’interno della maggioranza, dopo la spaccatura registrata ieri sul Global Migration Compact, il patto Onu sui migranti. Tuttavia, sottotraccia, resta la tensione e il fastidio di chi, come Conte, non apprezza l’idea che ogni decisione gli passi sulla testa e che, come denuncia polemicamente il Pd, passi la tesi che Matteo Salvini, con i suoi diktat, sia ormai il vero dominus del governo. E restano le perplessità tra i parlamentari pentastellati.

In mattinata, arrivando alla Camera, il ministro dell’Interno non molla di un centimetro, ribadendo che sui migranti “decidono gli italiani”, e non, è il ragionamento chiaro, seppur implicito, l’Onu. Quindi, come ha fatto ieri annunciando la ‘parlamentarizzazione’ della decisione prima di Palazzo Chigi, anticipa i tempi. E assicura che in Parlamento “ci sarà una posizione comune Lega-Cinque Stelle”. “Non riusciranno a farci litigare”, prosegue in serata a Porta a Porta. Una certezza accolta con scetticismo da Fratelli d’Italia, il partito che per primo ha lanciato la campagna contro questo testo.

“Ieri il Governo ha fatto parziale marcia indietro. È una prima vittoria ma io – osserva la leader FdI, Giorgia Meloni – non sono ancora serena”. Ancora più esplicito Carlo Fidanza, deputato di Fdi, per nulla convinto del no pentastellato: “Salvini – si chiede – è davvero sicuro che M5S sia contraria all’adesione al Global Compact?”.

Luigi Di Maio, anche lui smussa e evita parole nette. “Discuteremo in Parlamento – promette il vicepremier – per trovare la soluzione migliore nell’interesse degli italiani. Non ne faccio assolutamente un mistero che le due forze politiche non hanno una visione identica, ma troveremo una soluzione”. Ma Salvini è talmente sicuro della bocciatura finale che arriva persino a ringraziare il premier Giuseppe Conte del suo “passo indietro”, della sua decisione di non firmare un documento che, aggiunge il segretario federale “mette nello stesso pentolone migranti, rifugiati, irregolari”.

Molto più articolata la posizione del Presidente del Consiglio che dal G20 di Buenos Aires non drammatizza le differenze ma nemmeno le nasconde. Prima precisa che “non è vero che l’Italia non fa più parte di questo progetto”. Quindi ammette le distanze tra lui e i due vicepremier: “Visto che c’è anche una diversità di opinioni e di vedute nel governo ho proposto di parlamentarizzare il dibattito, è la cosa più trasparente e lineare. Mi fa piacere se ne discuta pubblicamente”.

Ma le opposizioni scalpitano: prima Pd e Leu lasciano i lavori in Commissione e l’audizione di Moavero per protestare contro la mancata informativa sul global compact. Quindi, nel corso della conferenza dei capigruppo della Camera chiedono all’unisono che Conte venga a riferire in Aula, ma prima del vertice di Marrakech.

“E’ evidente – denuncia Francesco Lollobrigida (FdI) – che il governo non ha alcun interesse a discuterne. Il presidente Fico ha sollecitato il ministro Fraccaro che ha detto che sentirà il premier Conte, non appena raggiungibile in Argentina”. D’accordo a questa richiesta anche il Pd. Ma difficilmente da Palazzo Chigi arriverà una risposta, almeno nei prossimi giorni, durante il G20.

(Di Marcello Campo/ANSA)

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