M5S e Lega guardano alle Europee, rischio boomerang della manovra

Matteo Salvini e Luigi di Maio in Parlamento. No Ue
Matteo Salvini e Luigi di Maio in Parlamento. (ANSA)

ROMA. – Attraversare il guado della manovra e guardare avanti, ai decreti su reddito di cittadinanza e quota 100, alla campagna delle Regionali e delle Europee. Luigi Di Maio e Matteo Salvini, nelle ore cruciali della legge di bilancio frutto dell’accordo con l’Ue, continuano a limitare le loro apparizioni forse consapevoli degli interrogativi legati all’effetto della manovra sull’elettorato.

Toccherà a loro, una volta approvato il testo, difendere la ratio delle misure simbolo che, a cominciare dal reddito, rischiano di essere pesantemente decurtate nei tempi e nella platea. Salvini, viaggiando sull’ascesa nazionale del suo consenso, è chiamato a rilanciare i temi cari alla “sua” Lega – si partirà dalla legittima difesa – e a blindare l’elettorato di quel Nord imprenditoriale che spesso mal sopporta l’alleanza tra Lega e M5S. Allo stesso tempo il leader leghista non ha dato il suo ok ufficiale al candidato Fdi per le Regionali in Abruzzo, dove il centrodestra dovrebbe correre unito.

Di Maio, che nelle prossime tornate elettorali si gioca una buona fetta della sua leadership, è impegnato su più fronti: da un lato deve tentare di “parare” il rischio di nuove fuoriuscite; dall’altro proverà a rilanciare, sui suoi temi, un Movimento uscito ammaccato dai primi sei mesi di governo.

E, su entrambi i fronti, potrebbe essere Alessandro Di Battista il jolly che i vertici si giocheranno. Il frontman M5S nelle prossime ore rientrerà in Italia dall’America Latina, da dove non ha mai risparmiato attacchi a Salvini e incitamenti a Di Maio. “Spero abbia un ruolo nella campagna per le Europee”, spiega il vicepremier che, con il “Dibba”, passerà delle vacanze di Natale all’insegna della strategia del rilancio del M5S. Non è chiaro però il ruolo di Di Battista: c’è chi parla di una sua candidatura alle Europee, come contraltare a quella di Salvini, e chi gli disegna, invece, un incarico più vicino al “partito”.

Il M5S, spiega lo stesso vicepremier, alle Europee punterà sul reddito di cittadinanza come misura in chiave Ue, su innovazione e ambiente. Tre temi sui quali, nelle prossime settimane, Di Maio lavorerà alla stesura di un manifesto comune con altre forze politiche europee, non riconducibili né alla destra né alla sinistra. L’obiettivo è dare un’immagine non residuale del Movimento in una campagna in cui, invece, Salvini – che sarà candidato – potrebbe puntare a rompere l’asse Pse-Ppe con una coalizione di maggioranza tra popolari e sovranisti.

Proprio alla campagna elettorale Salvini ha fatto breve cenno incontrando i senatori a Palazzo Madama e ringraziandoli per aver portato avanti la manovra. Un Senato dove le concitate ore sulla manovra ha aumentato i mugugni interni al M5S. Le voci di nuovi addii nel gruppo dei dissidenti (da Paola Nugnes a Elena Fattori) si rincorrono sebbene i diretti interessati neghino.

Di Maio, con la mossa dell’agente provocatore (con tanto di registrazione) contro “l’operazione scoiattolo” di Silvio Berlusconi, ha cercato di stoppare le fuoriuscite mettendo in difficoltà gli stessi possibili transfughi. Ma non è detto che basti, anche perché, stando alle battaglie finora messe in campo, non è certo ad FI che guarderebbe buona parte dei dissidenti.

(di Michele Esposito/ANSA)

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