Tav alza tensione tra M5s e Lega, ipotesi vertice

Un momento del flash mob a sostegno della Tav a piazza Castello, Torino
Un momento del flash mob a sostegno della Tav a piazza Castello, Torino, 12 gennaio 2019. ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO

ROMA. – Un nuovo vertice di governo alla ricerca di una “sintesi” sul Tav e sui tanti dossier aperti, reddito di cittadinanza e pensioni compresi. La riunione, si ragiona in ambienti della maggioranza, potrebbe esserci in settimana, e sarebbe caldeggiata in particolare dal versante leghista: l’obiettivo è quello di cercare un punto di caduta che consenta a entrambi gli alleati di comporre l’ennesima frattura.

Da sciogliere anche il nodo della presidenza Consob: dopo l’addio di Mario Nava quattro mesi fa, M5S e Lega non riescono ancora a trovare un nome di garanzia che metta tutti d’accordo e che sia capace di ottenere anche il via libera del Quirinale. Sulla Torino-Lione il governo è da sempre diviso e nonostante le affermazioni in pubblico suonino come rassicuranti, fra Matteo Salvini e Luigi Di Maio le distanze restano intatte.

I SI TAV fanno il bis a Torino e scendono ancora una volta in piazza: al loro fianco, e a fianco delle ‘madamine’, si ritrovano il Pd con l’ex segretario e candidato alla segreteria Maurizio Martina e il governatore del Piemonte Sergio Chiamparino, Forza Italia con il presidente della Liguria Giovanni Toti e, soprattutto, la Lega. Sfilano non solo esponenti locali ma anche Maurizio Molinari, segretario piemontese e pure capogruppo del partito di Salvini alla Camera. Molinari si appella al “contratto” che serve a “mitigare posizioni differenti, a trovare un compromesso”, come è accaduto – osserva – per il Tap e per il Terzo Valico.

Non esattamente un buon viatico per il M5S, che quelle battaglie le ha perse: il governo giallo-verde ha infatti scelto di procedere con i lavori in entrambi i casi. Questa volta però a complicare le scelte c’è anche la ‘minaccia’ referendum: lo ha invocato Chiamparino e pure Salvini. Il vicepremier e ministro dell’Interno tira fuori i “referendum propositivi che sono – anche quelli – nel contratto e dice che “se sul Tav non c’è un accordo politico la parola passa agli italiani. Ho ben chiaro in testa – chiosa – che voterei a favore dello sviluppo e della crescita”.

La soluzione resta però difficile da immaginare, perché se è vero che la Lega apre all’ipotesi di una revisione del progetto non è detto che questo sia sufficiente ai vertici 5S per dare il via libera a un’opera che la base contesta da sempre e che oggi torna a bocciare anche il padre del Movimento. Con un post Beppe Grillo ricorda in modo netto gli impegni presi, scomodando addirittura Alfieri: “Volli, sempre volli – scrive su Fb – fortissimamente volli. NOTAV”. Un nervosismo testimoniato anche da un passaggio dedicato dal comico genovese, seppure in una cornice teatrale, al vicepremier Salvini: “un foruncolo sul progresso…la sua mamma – dice Grillo – avrebbe fatto meglio a prendere la pillola”.

Tornando al Tav, un’altra opzione che sarebbe stata presa in considerazione per dribblare lo scontro dentro l’Esecutivo sarebbe quella di rinviare qualsiasi decisione a dopo le europee; un temporeggiare eccessivo potrebbe incontrare però le ostilità della Francia e rischiare ritorsioni su altri fronti come quello di Fincantieri-Stx.

Ma non è solo la questione Tav a occupare l’agenda del governo. Con qualche giorno di ritardo rispetto agli annunci, anche in questo caso a causa delle divergenze fra i due alleati, il prossimo giovedì il Consiglio dei ministri dovrebbe infatti approvare il ‘decretone’ che rende finalmente operativi il reddito di cittadinanza e la riforma della Legge Fornero con quota 100.

Ammorbiditi anche i toni su un altro capitolo che ha visto duellare negli ultimi giorni i giallo-verdi: “Prima si approva la legge sulla legittima difesa, meglio è”, fa sapere da Porto Torres il vicepremier Di Maio. Tutt’altro che chiuso invece l’affaire Consob. Sarebbe infatti tramontata la candidatura di Marcello Minenna ma sarebbero sfumate pure quelle di Donato Masciandaro, docente della Bocconi e Carlo Maria Pinardi. Tutto da rifare, quindi. Il profilo verso il quale sarebbero indirizzati M5s- Lega potrebbe essere quello di un accademico, ma è ancora caccia all’uomo.

(di Chiara Scalise/ANSA)

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