Bonafede attacca sulla corruzione ed è bagarre alla Camera

Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, presenta lo stato dell'amministrazione della Giustizia presso l'Aula della Camera.
Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, presenta lo stato dell'amministrazione della Giustizia presso l'Aula della Camera a Roma, 23 gennaio 2019. ANSA/CLAUDIO PERI

ROMA. – “La corruzione in Italia non ha bisogno di essere raccontata, perché si vede a occhio nudo e si vede ogni volta che, dopo un terremoto, crolla una scuola o un ospedale. Dietro quel crollo non c’è solo un evento naturale, ma si scopre che dietro c’è una mazzetta”. Le parole del ministro della Giustizia piombano nell’Aula della Camera e scatenano la bagarre, con la durissima protesta di Forza Italia e del Pd che chiedono al Guardasigilli “scuse immediate” per una “inaccettabile generalizzazione e per aver detto “che tutti i cittadini italiani sono corrotti”.

Ma il Guardasigilli, che interviene a sorpresa in sede di replica durante il dibattito sulla sua relazione sullo stato dell’amministrazione della giustizia, sostanzialmente non fa marcia indietro: “La fragilità delle infrastrutture italiane è dovuta anche al fatto che un sistema corruttivo strutturato ha un’incidenza sulla fragilità delle opere pubbliche. Su questo non ci sono dubbi” dice, dando la stura ad una protesta tale da costringere il presidente Fico a sospendere la seduta.

I deputati di FI e Pd hanno urlato in coro a Bonafede, che ascoltava in piedi, “Buffone, Buffone!” e “Dimissioni, dimissioni!”. Fico fatica non poco a mantenere l’ordine, richiama più volte i deputati, che insorgono anche quando il guardasigilli sostiene: “In questo Paese ci sono giovani che vanno via perché lo ritengono corrotto”. “Non ho parole. Da ministro, da membro del governo si deve pubblicamente scusare. Ha detto che tutti i cittadini italiani sono corrotti”, urla Giusi Bartolozzi di Fi mentre la seduta viene sospesa.

Alla ripresa Bonafede prova a spiegare meglio il proprio pensiero (“se c’è stato un equivoco sono pronto a chiarirlo, non era mia intenzione dire che ogni volta che c’è un’opera pubblica c’è aria di corruzione attorno. Non lo direi mai”), ma la contestazione non diminuisce, finché giunge alla fine della replica: e lì arriva la bordata di Bruno Tabacci, condivisa da una standing ovation di tutta l’opposizione che costringe ad una nuova sospensione dell’Aula: “Nel suo discorso c’erano tratti evidenti di eversione costituzionale. Un discorso che non ha fatto onore al Parlamento e da cui non promana né disciplina né onore”.

Anche in mattinata, al Senato, la relazione sullo stato dell’amministrazione della giustizia era stata accolta con critiche da parte dell’opposizione, ma non tanto vibrate. Accusato di indicare i mali, ma non le soluzioni, Bonafede ha ammesso che la situazione è difficile. “Stiamo rispondendo con i fatti”, ha detto, annunciando tra le altre cose che “entro la prima metà di febbraio sarà depositato un disegno di legge delega sulla riforma del rito civile, con meccanismi semplificatori”.

Irto di ostacoli anche il fronte penale, con la riforma della prescrizione “stravolta in una notte – ha accusato il Pd – all’insaputa di magistrati e avvocati”. E poi, anche qui, il tema della corruzione. Bonafede ha difeso il provvedimento ‘spazzacorrotti’ ed ha parlato di “dati allarmanti che provengono dalle statistiche internazionali”: l’Italia è “il Paese Ocse col più alto tasso di corruzione percepita. Tale dato sfiora il 90% e rischia di provocare conseguenze concrete sull’economia nazionale, in termini di fiducia nelle istituzioni e nei mercati”.

Anche in questo caso l’opposizione ha criticato il ministro (“Lei non può venire in Aula a promettere che combatterà la corruzione percepita quando invece la necessità è combattere la corruzione vera”, lo ha rintuzzato ad esempio Caliendo, di Forza Italia), ma niente a che fare con le proteste di qualche ora dopo alla Camera, quando il Guardasigilli, in sede di replica, ha parlato del fenomeno di corruzione in ben altri termini.

 

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