Adottano senegalese, scritte razziste sotto casa

Manifestazione contro il razzismo a seguito dell'omicidio del senegalese Idy Diene, Firenze. Cartello con scritta "Stop al razzismo"
Manifestazione contro il razzismo a seguito dell'omicidio del senegalese Idy Diene, Firenze. ANSA/MAURIZIO DEGLI' INNOCENTI

MELEGNANO. – Un nuovo episodio razzista – scritte fatte, ed è la seconda volta, sul muro di casa di una coppia del Milanese che ha adottato un giovane del Senegal – ha avuto oggi una coda polemica. La madre del ragazzo, in un incontro con i giornalisti, ha affermato tra l’altro che “quello che sta accadendo in tanti casi oggi in Italia è amplificato anche da politici come Salvini”.

“Ammazza al negar”, ammazza il negro: questa la scritta minacciosa, seguita da una svastica disegnata al contrario, particolare non sottovalutato dalle forze dell’ordine, apparsa sul muro di casa dei genitori a Melegnano, in provincia del capoluogo lombardo.

L’episodio è stato scoperto lo scorso lunedì mattina quando i due, un educatore e sua moglie che è un’insegnante, hanno trovato la scritta addirittura sul muro perimetrale dell’intero complesso di abitazioni. Non si tratta inoltre, come detto, del primo episodio in quanto una scritta analoga (“Pagate per questi negri di m…”) era già stata tracciata sempre sul muro di casa della famiglia che ospita da due anni e infine ha adottato un senegalese di 22 anni.

La coppia ha sporto denuncia per la seconda volta nella caserma dei carabinieri di Melegnano e delle indagini si occupano i militari dell’Arma della Compagnia di San Donato Milanese. E, sul fronte giudiziario, la Procura della Repubblica di Lodi. Proprio il procuratore Domenico Chiaro, ha precisato che le indagini “per ora, visto tutto, sono orientate a 360 gradi”.

“Quello che sta accadendo in tanti casi oggi in Italia è amplificato anche da politici come Salvini”, ha detto Angela Bedoni, mamma di Bakary. “Questo episodio è il primo del genere nella vita di mio figlio, ma forse perché clima di oggi non è il clima che si respirava tre anni fa. Il problema è che l’immigrazione non è un problema”, ha aggiunto parlando ai cronisti e di fronte alle telecamere.

“Bisogna non chiudere i porti, ma costruire ponti. Spero che a livello politico nazionale arrivi una condanna su quello che è successo a noi”, ha aggiunto. “Il decreto sicurezza – osserva – oggi mette in difficoltà molte persone. Ed è anche una questione di cultura. È importante capire cosa è successo in Italia prima del ’45 e oggi”.

(di Flavia Mazza e Claudio Scarinzi/ANSA)

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