Abbattute baracche ghetto migranti, ruspe a Mezzanone

Abbattute baracche abusive migranti ghetto Borgo Mezzanone.
Abbattute baracche abusive migranti ghetto Borgo Mezzanone.

FOGGIA. – Le ruspe dell’esercito ed oltre duecento uomini tra poliziotti, carabinieri e finanzieri sono entrati nella ‘terra di nessuno’ del ghetto di Borgo Mezzanone dove da oltre dieci anni sono sorte incontrollate centinaia di baracche abusive attorno alla ex pista di un aeroporto militare e a ridosso del Cara.

Lo hanno fatto su disposizione della procura di Foggia per abbattere alcune delle costruzioni abusive dove, secondo i magistrati si consumano reati come lo sfruttamento della prostituzione e della manodopera, lo spaccio di droga e la ricettazione.

“Basta degrado, abusivi e illegalità. La pacchia è finita – ha detto il Ministro dell’Interno, Matteo Salvini – è il primo passo per restituire alla collettività l’intera area”. Per il governatore della Puglia, Michele Emiliano, invece, “è tutto sceneggiato, tempi, modi, parole, devo dire anche male”. “Evidentemente – ha detto riferendosi allo sgombero eseguito mentre Salvini era a Bari – per non fare due volte il viaggio in aereo, avranno fatto cose in maniera combinata”.

Le ruspe non hanno toccato le baracche abitate, ma hanno buttato giù una casa a luci rosse, un’auto officina ed un locale che veniva utilizzato come discoteca. “Un tempo si facevano le feste sulla pista” racconta il mediatore culturale Yssif Bamba, che fino al 2015 ha vissuto nella baraccopoli ed è stato lo storico dj del ghetto. “Eravamo tutti noi fratelli che ballavamo all’aperto – racconta ancora – Ora i miei amici che vivono ancora lì mi dicono che le cose sono molto cambiate, sono tanto peggiorate”.

Durante gli abbattimenti, chi poteva, tra i migranti, portava via dalle baracche vecchi materassi e qualche mobile. Nella ex pista di Borgo Mezzanone attualmente vivono circa 1500 extracomunitari ma da giugno a settembre, per la raccolta del pomodoro, il numero raddoppia. Impossibile fare una sorta di censimento dei migranti – si legge nel decreto di sequestro firmato dai due pubblici ministeri Paola De Martino e Maria Giuseppina Gravina della Procura di Foggia – che a volte usufruiscono illecitamente dei servizi offerti dal Cara, come corrente elettrica, servizi igienici o vitto.

Le indagini che hanno portato al blitz sono partite dopo i due incendi avvenuti il 30 ottobre e il primo novembre scorsi, in cui perse la vita un giovane migrante e altri due rimasero gravemente ustionati. Secondo i pm, nella baraccopoli opererebbe un gruppo di nigeriani che eserciterebbe il controllo monitorando le persone che entrano. Alcune donne verrebbero prelevate prelevate e condotte nelle baracche abbattute per prostituirsi, mentre molti caporali si recherebbero nella baraccopoli per ingaggiare braccianti agricoli a poco prezzo. Quella di oggi – comunica la Prefettura – è la prima di una serie di azioni che porteranno, nel corso dei mesi, ad un progressivo smantellamento dell’insediamento abusivo.

(di Tatiana Bellizzi/ANSA)

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