Siria: evacuati i civili, ma l’Isis non si arrende

Evacuati civili nel Ghouta sotto la protezione dell'esercito siriano. Siria
Evacuati civili nel Ghouta sotto la protezione dell'esercito siriano.

BEIRUT. – I visi dei bimbi che spuntano dai lati degli autocarri usati per evacuare nel sud-est della Siria circa duemila tra civili e miliziani dell’Isis sono l’unico segno di vita emerso oggi dal lungo convoglio di camion, usciti per la prima volta dopo giorni di attesa da quel che è ancora l’ultimo angolo di territorio in mano allo ‘Stato islamico’. Ma nessun accordo per la resa finale è stato ancora raggiunto.

Fonti curde presenti vicino al luogo dell’evacuazione hanno riferito  di decine di veicoli con a bordo “circa duemila persone”, tra cui combattenti jihadisti. L’Osservatorio siriano per i diritti umani afferma che sono “circa 50” gli autocarri su cui sono saliti civili e miliziani. In rete sono apparsi diversi filmati che documentano il passaggio degli automezzi con a bordo un numero imprecisato di persone non identificate.

Dal canto loro le forze Usa, che guidano la Coalizione anti-Isis e che sostengono l’offensiva curdo-siriana nella zona di Baghuz tra l’Eufrate e il confine iracheno, affermano di non poter confermare quanto riferito da media e da altre fonti circa la presenza di miliziani dell’Isis tra le persone evacuate. Le fonti curde sul terreno affermano che tra le duemila persone evacuate c’è un numero imprecisato di combattenti dello ‘Stato islamico’.

Tra i civili ci sono donne e bambini, di cui familiari degli stessi jihadisti, e uomini, alcuni dei quali combattenti curdi e arabi in precedenza fatti prigionieri dai jihadisti. Non è chiaro dove gli automezzi siano stati diretti. Le fonti riferiscono che i primi due convogli, rispettivamente di 16 e 7 camion, non si sono fermati ai check point delle forze curde e americane, senza dunque seguire la procedura di controllo applicata nei giorni scorsi nel caso di mezzi con a bordo civili in fuga.

Da giorni la cittadina di Baghuz, ultima roccaforte dell’Isis in Siria e in Iraq, era stata conquistata dalle forze curdo-siriane appoggiate da truppe speciali americane e francesi. Ma centinaia di jihadisti si erano asserragliati in una pianura vicino Baghuz, riparandosi tra case diroccate e automezzi distrutti, proteggendosi dietro i civili usati come scudi umani.

Attorno a questo improvvisato campo-profughi, le forze curde hanno eretto un cordone di sicurezza in attesa di trovare un accordo con i miliziani dell’Isis per una loro resa. Fino a ieri, affermano le fonti, i civili o i miliziani che riuscivano a uscire dalla zona controllata dall’Isis dovevano passare per tre cinture di posti di blocco: uno delle forze curde e americane alla ricerca di jihadisti da arrestare; uno per un primo aiuto umanitario ai civili; e un terzo di smistamento di civili verso i campi profughi nella Siria orientale.

L’Osservatorio siriano ha lamentato oggi la scarsa trasparenza dell’intera operazione di evacuazione, affermando che nella notte altri camion hanno portato via delle persone dal campo dell’Isis. La circostanza non può essere verificate in maniera indipendente sul terreno. L’Osservatorio si è anche interrogato sulle ragioni per cui i camion con a bordo le persone in uscita siano stati coperti con teloni, senza consentire ai media di documentare con precisione l’evacuazione.

(di Lorenzo Trombetta/ANSAmed)

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