Governo-Guaidó: oggi la sfida degli aiuti umanitari

CARACAS – Guaidó ha vinto il primo round. In effetti, non ci sono dubbi su chi ha trionfato nella “sfida dei concerti”. Non si tratta solo del pienone all’altro lato della frontiera con la Colombia. Quello si dava per scontato. Ma della censura imposta dal Governo che ha obbligato le compagnie private che offrono servizi televisivi satellitali o via cavo a oscurare i canali che trasmettevano il concertone.  Ma i venezuelani, il concertone, lo hanno seguito ugualmente intasando il web.

Aggiudicatasi la prima sfida, ora Guaidó si gioca quella ben più importante degli aiuti umanitari. Delcy Rodríguez, vicepresidente della Repubblica, ha annunciato la chiusura della frontiera con la Colombia. A nessun cittadino sarà permesso oltrepassare quella linea immaginaria presente, soprattutto nel caso della Colombia e del Venezuela, solo nei libri di geografia. La minaccia intrinseca nella decisione governativa è evidente. L’Esecutivo si gioca la propria credibilità in questa prova di forza con l’Opposizione.

Gli esperti in materia, nel segnalare la militarizzazione della frontiera, non scartano che il transito per i ponti attraverso i quali dovrebbero circolare i camion con medicine e alimenti donati per aiutare il Venezuela a superare la crisi umanitaria, possa essere ostacolato con mezzi militari, addirittura veicoli cingolati, simboli di azioni decise e intransigenti. Lo stesso potrebbe accadere lungo la linea di frontiera con il Brasile. L’ordine dato alle Forze Armate è quello di non permettere assolutamente l’ingresso.

La sicurezza con cui Guaidó e Opposizione insistono nel loro impegno fa pensare in una profonda lacerazione in seno alle Forze Armate. Il Governo ha ormai scelto la via dell’intransigenza e, dipendendo da quanto possa accadere nelle prossime ore, potrebbe decidere di radicalizzare ancor di più la propria posizione, magari decretando il “coprifuoco” e altri provvedimenti speciali per ragione di sicurezza e ordine pubblico.

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