CARACAS – In un clima teso, tra rumori che si rincorrono e false notizie, il presidente “ad interim”, Juan Guaidó, è intervenuto a conclusione di una manifestazione convocata per esigere la restituzione del servizio elettrico.
– La fine dell’usurpazione è ormai vicina – ha gridato ai tanti venezuelani che hanno gremito le vie di Santa Monica -. Molto presto avremo bisogno di un nuovo ufficio…andrò al mio ufficio di Miraflores.
Guaidó ha invitato i presenti a rispettare la proprietà privata e a mantenere la calma. Il riferimento è ai saccheggi che si sono registrati in questi giorni.
– Capiamo bene la disperazione – ha detto -. Ma è questo il momento di mantenere la calma. Questo regime vuole il contrario.
Ha quindi insistito sul tema degli aiuti umanitari. Ha sostenuto che sono depositati a Cucuta e che se non sono arrivati in Venezuela è perché il governo non lo permette. Ha quindi chiesto che sia permesso di aiutare le migliaia di venezuelani che hanno bisogno di medicine e di generi alimentari.
Per quel che riguarda, invece, le affermazioni del Procuratore Generale, Tarek William Saab, in merito all’interruzione del servizio elettrico considerato dal Governo un sabotaggio e parte di un complotto internazionale, Guaidó ha rispedito ogni accusa al mittente.
– Le minacce contro di me e la mia famiglia – ha detto – non m i fermeranno. Non ci saranno ripensamenti.