Cina: “Sulla Via della Seta Roma farà la scelta giusta”

Una pagina de 'Il romanzo di Alessandro Magno e i viaggi di Marco Polo', contenuti in uno dei codici miniati più famosi con la descrizione della Via della seta.
Una pagina de 'Il romanzo di Alessandro Magno e i viaggi di Marco Polo', contenuti in uno dei codici miniati più famosi con la descrizione della Via della seta. ANSA/ US TRECCANI

ROMA. – “L’Italia farà la scelta giusta sulla base dei propri interessi”: Pechino non dà peso alle preoccupazioni degli americani sull’adesione di Roma alla Via della Seta, prevedendo un successo della visita del presidente Xi Jinping, che dovrebbe portare alla firma del memorandum bilaterale. Nel governo, invece, Matteo Salvini resta ancorato alla linea della cautela, mostrandosi il più sensibile ai dubbi di Washington. Anche l’Ue vorrebbe evitare fughe in avanti di un singolo paese verso Pechino, ma Moavero assicura che a Bruxelles non ci sono preclusioni per l’iniziativa italiana.

E’ tutto pronto per la missione di Xi in Italia, dal 21 al 24 marzo, con tappe a Roma e Palermo ed incontri con le più alte cariche: il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, i presidenti di Camera e Senato Roberto Fico e Elisabetta Casellati, il premier Giuseppe Conte. Pechino ha parlato di una visita “storica” per approfondire “la fiducia reciproca e la cooperazione pragmatica sotto l’iniziativa Belt and Road”, ossia la ‘Nuova Via della Seta’: i riflettori sono puntati soprattutto sull’accordo di principio la cui firma è attesa sabato a Villa Madama, per stabilire il perimetro di un’ambiziosa partnership fondata su scambi commerciali, investimenti e infrastrutture.

A Roma, però, la maggioranza continua a fare i conti sulle diverse sensibilità riguardo al dossier. Il leader M5S Luigi Di Maio ha posto l’accento sulla “grande opportunità per il Made in Italy in Cina” ed il sottosegretario allo Sviluppo Economico Michele Geraci ha assicurato che “il governo è allineato al 100%”, perché ha trovato una “sintesi ottimale”.

Sul fronte leghista, invece, Salvini ha chiarito che c’è ancora molto da fare. Perché il memorandum “è la cornice e noi stiamo valutando riga per riga il contenuto”. Ossia: “investimenti cinesi in ferrovie e porti ok, ma controllo sempre in mani italiane”. E soprattutto: “vincoli su sicurezza, controllo dei dati degli italiani e energia”, ha puntualizzato Salvini.

Con uno sguardo a Washington, che teme l’inizio di una colonizzazione cinese grazie al controllo statale degli investimenti in Italia. Senza contare il nodo 5G, la super-tecnologia delle telecomunicazioni che Pechino vuole esportare: un dossier, quest’ultimo, che non fa parte della Via della Seta, ma è strategico per determinare la futura influenza del gigante asiatico in Europa.

Proprio le relazioni tra Ue e Cina sono state al centro del consiglio dei ministri degli Esteri a Bruxelles, a cui ha partecipato il capo della diplomazia di Pechino Wang Yi. L’Alto rappresentante Federica Mogherini ha definito la collaborazione con la Cina “senza precedenti”, ma ha avvertito che i singoli paesi “non hanno la taglia e la potenza per negoziare alla pari” con Pechino.

Gli ha fatto eco, in modo più netto, il ministro tedesco Heiko Maas, secondo cui bisogna proseguire nel solco della “strategia Ue e restare uniti”: un segnale non troppo velato di preoccupazione per lo scatto in avanti di Roma lungo la Via della Seta.

Diversa è la lettura del collega Moavero sulla riunione: “Nessuno ha sollevato perplessità sul memorandum che stiamo per firmare, e in attesa di una migliore strategia unitaria dell’Ue ogni Stato tiene i suoi rapporti bilaterali”. Il cammino dell’Italia verso la Cina, nei fatti, è già iniziato. A Milano è stato lanciato il progetto Xi’An International Fashion Town, per costituire un polo della moda nell’antica capitale cinese. Secondo il presidente della Fondazione Italia-Cina Alberto Bombassei, “l’incontro tra le eccellenze italiane del fashion e la vivace imprenditorialità cinese non potrà che essere un successo per tutti”.

(di Luca Mirone/ANSA)

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