Da lotta all’evasione sedici miliardi. Tria: “Da lì spazi per il taglio delle tasse”

La home-page del sito internet dell'Agenzia delle entrate.
La home-page del sito internet dell'Agenzia delle entrate. ANSA/FRANCO SILVI

ROMA. – La lotta all’evasione dà i suoi frutti. Nel 2018 gli incassi derivanti dalle “ordinarie attività di controllo” sono ammontati a 16,2 miliardi di euro, l’11% in più rispetto ai 14,5 miliardi del 2017. Un risultato soddisfacente, sulla buona strada per il recupero di gettito, secondo il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, e che deve stimolare l’amministrazione ad accelerare ancora.

Al di là delle polemiche sulle ipotesi di flat tax più o meno estesa e più o meno costosa, solo riducendo la piaga dell’evasione e riducendo la spesa pubblica, ha puntualizzato il titolare del Tesoro, si potrà infatti effettivamente mettere mano ad un “aggiustamento” delle aliquote. Tenendo conto tuttavia anche di quelle che oggi il direttore generale dell’Agenzia delle Entrate, Antonino Maggiore, ha definito operazioni “straordinarie”, il totale degli incassi 2018 arriva a 19,2 miliardi, circa un miliardo in meno rispetto all’anno precedente.

Se i versamenti diretti (+10), le lettere per la compliance (+38%) e i ruoli (+4%) hanno tutti registrato segni positivi, le misure extra come l’ultima fase della voluntary disclosure (-25%), la rottamazione (-41%) e soprattutto la definizione agevolata delle liti fiscali (-87%) hanno registrato dei netti arretramenti. Dalla definizione delle controversie tributarie, che nel 2017 aveva raccolto circa 800 milioni, sono arrivati lo scorso anno 100 milioni di euro, mentre gli incassi legati alla rottamazione delle cartelle riferite all’Agenzia delle Entrate sono ammontati a 2,6 miliardi, contro i 4,4 miliardi dell’anno precedente.

Il confronto annuale della voluntary è invece un po’ meno accentuato: il vero boom del rientro dei capitali si è registrato nel 2016, con oltre 4 miliardi di gettito, mentre già nel 2017 si è scesi a 400 milioni, ulteriormente ridotti a 300 milioni lo scorso anno. La partenza è stata infine in sordina per la pace fiscale. Dalla prima tranche dell’operazione introdotta con il decreto del 24 ottobre e in vigore da fine 2018 limitata però ai soli accertamenti, sono stati raccolti 50 milioni di euro.

La vera sorpresa, volutamente sottolineata da Maggiore, arriva in realtà dalla fatturazione elettronica, contestata al suo avvio e ancora poco amata soprattutto dalle piccole imprese, ma già foriera di risultati importanti. Ad oggi gli operatori che la utilizzano sono circa 2,7 milioni: le e-fatture inviate sono 350 milioni, con una percentuale di scarto pari al 3,85%. Inoltre in poco più di due mesi, ha rivelato il direttore dell’Agenzia, è stato smascherato un complesso sistema di frodi messo in atto attraverso false fatturazioni tra società cartiere e sono stati scoperti e bloccati falsi crediti Iva per quasi 700 milioni di euro.

Positivi infine anche i dati dell’interpello, lo strumento che punta a semplificare il rapporto con le grandi imprese e ad attrarre investitori: lo scorso anno sono state fornite 27 risposte che, secondo l’Agenzia, porteranno in previsione maggiori risorse per circa 15 miliardi di euro e 13 mila nuovi posti di lavoro. Una questione su cui si è soffermato anche Tria: “La certezza delle regole fiscali e del costo fiscale per l’impresa è molto importante, non può riguardare l’oggi ma l’arco dell’investimento”, ha spiegato, invitando a “lavorare per la semplificazione fiscale e per il rafforzamento di un’amministrazione che nelle sue risposte e interpretazione delle norme deve dare certezza”.

(di Mila Onder/ANSA)

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