Barella, Kean, Zaniolo: l’azzurro di Mancini si chiama coraggio

Roberto Mancini catechizza i suoi giovani in allenamento
Il nuovo corso di Roberto Mancini: via libera ai millennial.

ROMA. – Più che un ct, un tecnico coraggioso, più che un mister tradizionale, un allenatore audace: in 10 mesi sulla panchina azzurra, Roberto Mancini, ha rinverdito un po’ di storia del calcio italiano, uscito con le ossa rotte delle ultime qualificazioni mondiali, ma capace adesso di rialzare la testa grazie alle intuizioni del nuovo commissario tecnico. Così il successo a Udine contro la Finlandia, arrivato grazie alle reti di due suoi ‘pupilli’, Barella e Kean, getta un ideale ponte, non tanto nel cammino verso l’Europeo 2020, quanto verso un futuro meno insicuro.

“Una vittoria non scontata – ha commentato il ct jesino su Istagram – Dobbiamo rimanere uniti e continuare a lavorare sodo con umiltà!”, ha aggiunto postando le foto dell’abbraccio a Barella per il primo gol e di Kean che esulta al suo raddoppio. Già, Moise Kean. Per molti l’emblema del nuovo corso, il ‘millennial’ che ha riscritto il record di un certo Gianni Rivera e oggi additato come emblema della ‘Giovine Italia’.

La giovanissima punta bianconera ha piedi e fisico, ieri non solo ha segnato, ma ha giocato come fosse veterano, aiutando con i movimenti tutta la squadra. Il ct ci ha scommesso sopra, come ha fatto con tanti altri giovanotti di belle speranze, da Barella a Piccini, da Sensi a Zaniolo, quest’ultimo addirittura convocato a sorpresa per uno stage lo scorso settembre, senza un minuto di Serie A nelle gambe.

Questione di fiuto, per qualcuno, di coraggio per altri: come quello di far debuttare la 19enne punta bianconera, che alla Juventus fa tanta panchina, fin dal 1′: “un predestinato, un giocatore che ha grandi qualità, che migliora sempre e che penso che possa diventare un calciatore importante”, lo aveva incensato il ct prima dell’esordio, subito ripagato a suon di gol e di una prestazione convincente.

D’altra parte Mancini è ct da scelte in controtendenza a tutto tondo. Belotti ritrova il gol? In nazionale va il capocannoniere Quagliarella, che però a Udine resta in panchina a favore di un Immobile visibilmente giù di corda, e che però ripaga con l’assist del 2-0. Balotelli è tornato sulla cresta dell’onda? L’unico tecnico capace di gestirlo nella sua storia di club smentisce gli ottimisti e tiene a bagnomaria SuperMario. Le punte esterne si infortunano e Zaniolo in campionato si è preso quel ruolo? Mancini sfodera Kean.

Dopo il disastro Ventura, serviva un cambio di passo, di mentalità, lo chiedeva la federazione, lo invocavano i tifosi e chi meglio del ‘Mancio’, capace di debuttare in Serie A a solo 16 anni, poteva mettere nero su bianco un progetto di ringiovanimento, di anagrafe e di idee? Il ct ha puntato sulla vecchia guardia (Chiellini, Bonucci, Jorginho, ma pure Quagliarella) e sui giovani talenti Barella, Kean, Chiesa, Zaniolo, cioè il calcio italiano di oggi, giovane e multiculturale, più giocatori in cui ha intravisto qualità (Piccini, Sensi, Biraghi).

Un mix che si è rivelato finora vincente, per prestazioni e risultati, ma che ha anche il merito di aver riportato intorno alla Nazionale quell’entusiasmo che mancava dai tempi dell’Europeo di Antonio Conte, l’ultimo ct ‘coinvolgente’. Con la differenza che quella Italia, sconfitta solo ai rigori nei quarti di finale, era sulla carta più forte di quella di oggi, talentuosa ma per certi versi ancora immatura a certi livelli. Ma la strada adesso è tracciata, toccherà a questi giovanotti di belle speranze decidere se il futuro è già arrivato.

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