Di Maio: “Fiducia da investitori. Avanti all’attacco”

Il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio in visita a Wall Street, New York.
Il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio in visita a Wall Street, New York. ANSA/SERENA DI RONZA

NEW YORK. – Il governo durerà l’intera legislatura e punterà sulla crescita: “non giochiamo in difesa, andiamo all’attacco”. E’ il messaggio consegnato agli investitori americani da Luigi Di Maio. New York, prima tappa del suo tour statunitense, è l’occasione per il vicepremier per confrontarsi con i fondi statunitensi e spiegare loro un governo diverso dal passato e con ricette diverse: è arrivato “un giudizio di fiducia” che “ci incoraggia ad andare avanti” dice arrivando sul floor di Wall Street.

Dal tempio della finanza, che visita per la prima volta, Di Maio assicura: “con il Mef siamo al lavoro per individuare misure che consentano una crescita all’altezza delle aspettative”. Parole dirette anche a Confindustria, che prevede un’Italia ferma nel 2019. Le preoccupazioni degli industriali sono “le nostre” dice il vicepremier, senza bollare la Confindustria come “gufo. L’epoca dei gufi era quella di Renzi”.

L’obiettivo della crescita è da perseguire – spiega Di Maio – anche con il decreto crescita che accompagnerà il Def e con lo sblocca cantieri. C’è poi l’abbassamento delle tasse che, illustra Di Maio, e’ un processo “prioritario per fare accelerare la crescita”. Osservando quindi come la mini Ires contenuta nella legge di bilancio non funziona come previsto, Di Maio parla di un “tesoretto da 2 miliardi di euro” da usare per fare “due cose: portare al 100% le detrazione Imu per i beni strumentali per le imprese – quali capannoni ed edifici – e reintrodurre un super ammortamento” su ricerca e sviluppo.

Tutte misure che, insieme alla strategia per le esportazioni, dovrebbero essere in grado di dare uno shock positivo all’economia senza manovre correttive e senza scontri con l’Ue in sede di bilancio. Negli accordi commerciali con la Cina “è meglio essere arrivati primi”, dice. L’export può aiutare l’Italia a mettere la freccia e fare il “sorpasso” di qualche economia europea in termini di crescita.

Il vicepremier ci tiene comunque a sottolineare più volte che le intese con Pechino sono accordi commerciali che rientrano in un più ampio piano per l’export: “non c’è nessuna volontà di stabilire accordi politici”. “Non sono qui per rassicurare” sulla Cina, “ma per portare avanti ancora di più le relazioni politiche e commerciali” con gli Stati Uniti, spiega.

A Washington, seconda tappa della sua visita americana, Di Maio vede esponenti dell’amministrazione Trump, fra i quali il ministro del Commercio Wilbur Ross. “Ritengo che – aggiunge il ministro – il governo abbia dimostrato in questi primi 9 mesi di avere buona sintonia” con la Casa Bianca di Trump. Con il presidente americano spetterà al premier Giuseppe Conte parlare di F35. Intanto sui pagamenti arretrati, Di Maio ribadisce: “non ci facciamo parlare alle spalle”.

Gli ultimi accenni sono poi alla questione Alitalia, per la quale l’americana Delta è in trattative con Ferrovie dello Stato. “L’interesse è rilanciare, non solo il salvataggio”: “Alitalia è un’operazione di mercato: quello che faremo sarà legato a Ferrovie e Delta, quali saranno gli altri partner lo decideranno loro” dice, definendo un’operazione di mercato anche Telecom. “Noi abbiamo creato le condizioni normative”, “guarderemo in maniera laica come stato”.

(di Serena Di Ronza/ANSA)

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