Sinistra in testa in Finlandia, l’estrema destra insegue

Finlandia, nella foto il voto in un seggio elettorale.
Finlanda, ancora si contano i voti. (Emmi Korhonen/Lehtikuva via AP)

ROMA. – In testa la sinistra in Finlandia, con un leader socialdemocratico che potrebbe tornare a guidare il governo dopo vent’anni. Ma l’estrema destra dei ‘Veri Finlandesi’, i populisti alleati di Matteo Salvini, si conferma seconda, in linea con le previsioni dei sondaggi. Con il 70% dei voti scrutinati, i socialdemocratici hanno ottenuto poco più del 18%. I sovranisti sono ad un’incollatura, con il 17,3% dei consensi, in crescita rispetto alle scorse elezioni, secondo i dati riportati dai media locali.

Il leader dell’ultradestra Olli Kotro aveva scommesso sulla paura dei cittadini di nuovi sacrifici richiesti dagli altri partiti per contrastare i cambiamenti climatici. E poi ancora sulla preoccupazione nell’opinione pubblica per un aumento dei reati sessuali, che l’estrema destra ha attribuito agli immigrati.

Molti finlandesi gli hanno dato retta. La politica anti-stranieri dei ‘Veri Finlandesi’ si è declinata in ambito europeo con l’adesione al progetto del leader leghista italiano di costituire un’alleanza sovranista, battezzata nei giorni scorsi con un evento a Milano, a cui ha partecipato lo stesso Kotro.

I ‘Veri Finlandesi’ hanno guadagnato consensi rispetto al 15% di preferenze alle elezioni precedenti, ma con il secondo posto potrebbero non avere voce in capitolo nel nuovo governo: un’occasione ghiotta mancata, tanto più che dal primo luglio Helsinki assumerà la presidenza del semestre Ue.

La partita per guidare il Paese dovrebbe passare nelle mani dei socialdemocratici dell’ex sindacalista Antti Rinne: la maggioranza dei finlandesi sembra aver puntato sulla lotta al cambiamento climatico e sulla difesa del generoso modello di welfare invidiato in tutto il mondo, ma indebolito da anni di austerità sotto il governo di centrodestra dell’ex premier Juha Sipila.

Sipila si era dimesso il mese scorso proprio dopo la bocciatura della sua riforma sanitaria, che voleva ridurre sensibilmente i costi per la salute. E anche le urne hanno confermato che le sue ricette non sono state apprezzate: il suo partito di centro è quarto, dietro anche ai conservatori.

Rinne, al contrario, in campagna elettorale ha puntato su un rafforzamento dello stato sociale, promettendo tra le altre cose di aumentare le pensioni di 100 euro al mese per fare uscire dalla povertà oltre 55mila persone. Il premier in pectore non ha avuto paura di chiedere un aumento delle tasse, che sono già tra le più alte in Europa, con un’aliquota massima per le persone fisiche di oltre il 51%.

In un Paese, tra l’altro, in cui c’è un’aspettativa di vita tra le più alte Europa (gli over 65 superano il 21% della popolazione), con evidenti conseguenze sulla spesa pubblica. Programmi a parte, il primo problema dei socialdemocratici sarà trovare partner per una coalizione. Perché i numeri non consentiranno loro di governare da soli.

(di Luca Mirone/ANSA)

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