Libia, giurista: “L’Italia non può chiudere i porti”

Migranti su una motovedetta della Guardia Costiera.
Migranti su una motovedetta della Guardia Costiera. (ANSA)

ROMA. – Ciò che sta accadendo in Libia è una “guerra civile”. E se l’Italia si rifiutasse di accogliere chi fugge da quel Paese si tratterebbe di una “flagrante violazione del diritto internazionale”. Il che vuol dire che i porti chiusi, ancora oggi evocati dal vice premier Matteo Salvini, “sono assolutamente incompatibili con gli obblighi che l’Italia ha assunto”.

A spiegare all’ANSA i termini della questione è un’esperta di diritto internazionale, Marina Castellaneta, professore ordinario di questa disciplina all’Università di Bari, che proprio alla luce degli impegni assunti dall’Italia ritiene improbabile il verificarsi di uno scenario del genere: “immagino che non si arriverà mai a questo, ma è assurdo che si debba discutere di chiudere i porti di fronte a quello che sta accadendo in Libia”.

“La situazione si sta evolvendo verso una guerra civile. E le persone che fuggono da una guerra hanno diritto di godere della protezione internazionale, nella forma di rifugiato o di chi chiede asilo, perchè hanno il rischio effettivo di subire una persecuzione o un grave danno”.

Diverse le norme che obbligano il nostro Paese: “L’Italia è vincolata dalla Convenzione di Ginevra del 1951, ha ratificato il protocollo di New York del 1967 e riconosce il sistema internazionale che mira a tutelare chi fugge dal rischio di persecuzioni. La Convenzione europea dei diritti dell’uomo impone agli Stati membri il rispetto del diritto alla vita. E di fronte a chi fugge da una situazione di guerra lo Stato ha l’obbligo di accogliere”.

Che cosa accadrebbe in caso di rifiuto? “Su tutto questo vigila l’Unchr, l’Agenzia dell’Onu che si occupa della protezione dei rifugiati. E i singoli individui potrebbero avvalersi del sistema della Corte europea dei diritti umani”.

Le conseguenze non sarebbero di poco conto: “L’Italia andrebbe incontro a una condanna internazionale. Uno Stato membro delle Nazioni Unite e del Consiglio d’Europa non può chiudere i porti”.

Se tutto questo si verificasse, si tratterebbe di una situazione senza precedenti. “Non è mai accaduto. Durante il conflitto nella ex Jugoslavia, che pure cominciò come conflitto interno, tutte le nazioni europee hanno accolto chi fuggiva. Tutt’oggi Paesi che non sono in ottime condizioni accolgono chi fugge dalla Siria, penso al Libano e alla Giordania”.

(di Sandra Fischetti/ANSA)

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