Mostre: a New York da Gagosian le donne di Picasso

Buste de femme (Dora Maar), 1940 Oil on canvas 29 1/8 x 23 5/8 in 74 x 60 cm © 2019 Estate of Pablo Picasso/Artist Rights Society (ARS), New York
Buste de femme (Dora Maar), 1940 Oil on canvas 29 1/8 x 23 5/8 in 74 x 60 cm © 2019 Estate of Pablo Picasso/Artist Rights Society (ARS), New York Photo: Erich Koyama Courtesy Gagosian

NEW YORK. – A dispetto delle polemiche scatenate dal movimento #MeToo che l’anno scorso avevano fatto definire il maestro del cubismo un “malato di misoginia”, salgono alla ribalta a New York le donne di Pablo Picasso. Una grande mostra, “Da Fernande a Jacqueline”, presenta da Gagosian su Madison Avenue 35 opere ispirate alle sue muse.

Dipinti, disegni e sculture testimoniano il “ruolo centrale” avuto da Fernande Olivier, Olga Khokhlova, Marie-Thérèse Walter, Dora Maar, Francoise Gilot, Sylvette David e Jacqueline Roque nella vita di Picasso, spiega la galleria. La mostra è stata organizzata con la collaborazione di eredi dell’artista per onorare la memoria dello storico dell’arte britannico John Richardson, il biografo di Picasso, morto in marzo a 95 anni. Quando una donna entrava nella vita di Picasso tutto cambiava: l’arte, la casa, la poesia, perfino il cane, confidò una volta proprio a Richardson Dora Maar.

La mostra di New York, aperta fino al 22 giugno, è una di tre organizzate in questi mesi sulle donne di Picasso: in giugno Dora Maar e Olga Khokhlova saranno il soggetto di rassegne separate al Centre Pompidou di Paris (dal 5 giugno al 29 luglio) e al CaixaForum di Madrid dal 19 giugno al 22 settembre.

Da Gagosian ci sono pezzi celebri, come il quadro “Il sogno” del 1932 che il tycoon dei casinò Steve Wynn danneggiò con gomitata alla vigilia della vendita: raffigura Marie-Thérèse addormentata ed è stato prestato dal finanziere Steve Cohen che nel 2013 lo pagò a Wynn 155 milioni di dollari, molto meno del prezzo concordato prima del danno.

Il rapporto tra Picasso e le sue donne ha portato a rivisitare la sua legacy alla luce del movimento #MeToo. Lo scorso novembre, in un atto di “guerrilla art”, Michelle Hartney affisse una didascalia accanto a “The Dreamer” del 1932 al Metropolitan di New York in cui condannava Picasso per “la malattia mentale della misoginia” e lo criticava per aver cominciato la relazione con la Walther quando lei aveva appena 17 anni.

“Non erano semplicemente muse silenziose”, ha replicato Gagosian anticipando le polemiche: “Fernande e Francoise hanno pubblicato libri di memorie; Olga e Marie-Thérèse conservarono vasti archivi di foto e lettere per decenni; Dora diede interviste agli storici dell’arte e documentò la vita di Picasso con le sue fotografie. Le donne di Picasso sono indispensabili per comprendere l’artista e la sua opera”.

(di Alessandra Baldini/ANSA)

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