Grillo spariglia e attacca: “Salvini a calci a lavorare al Viminale”

Beppe Grillo durante la manifestazione Italia a 5 Stelle al Circo Massimo
Beppe Grillo durante la manifestazione Italia a 5 Stelle al Circo Massimo. (ANSA)

ROMA. – Salvini? “Lo manderei a calci a lavorare al Viminale”. A modo suo, dopo settimane di silenzio, riappare Beppe Grillo. Lo fa con un’intervista al settimanale “7”, che piomba come un macigno nel già fragile rapporto tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Tanto che, nel pomeriggio, il leader del M5S è costretto quasi a correggere il tiro: “non prendertela sul personale, Grillo è fatto così, ironizza anche su di me”, è la pacca sulla spalle che il vicepremier dà al suo alleato, pur, in un contesto di scontro permanente.

Nella strategia del Movimento, infatti, non si punta quasi mai all’attacco personale all’alleato, nel segno di una svolta “responsabile” che i vertici hanno da giorni impostato in vista delle Europee. Ma Grillo, pur essendo il Garante e in qualche modo il riferimento dell’universo pentastellato, da mesi percorre una strada slegata dalla strategia del Movimento al governo.

E non le manda a dire, come quando nei suoi spettacoli non lesinò critiche al Movimento per l’atteggiamento usato sul caso Diciotti. “Ritengo le idee di Salvini allo stesso livello dei dialoghi di uno spaghetti western”, è la nuova stoccata che Grillo dedica al ministro dell’Interno.

E Salvini non perde tempo a replicare. “Grillo si occupi di far ridere, che fa ridere. Io faccio il Ministro”, sottolinea il leader leghista bollando come “non utili gli insulti di Grillo e Salvini”.

Nell’intervista l’ex comico svela anche qualche retroscena sul suo passo di lato, facendo capire che non poteva più tollerare le decine di cause intentate da dissidenti ed espulsi. “Volevano bruciarmi, allora mi sono spostato”. Grillo difende anche il governo sul tema dell’immigrazione sul quale invece attacca il Pd, e rilancia temi cari al Movimento: lotta alla corruzione, dignità dei lavoratori, class action.

E sul futuro di Di Maio si lascia andare a un’affermazione rassicurante che però è anche un avvertimento al Movimento a non perdere la sua identità: “Se le Europee andranno male devo sfiduciarlo? Quello che conta è non perderci, non la possibilità di perdere”.

(di Michele Esposito/ANSA)

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