Giornata contro l’omofobia. Lgbt spaventa gli italiani

Arcobaleno, simbolo della Gionata contro l'Omofobia.
Arcobaleno, simbolo della Gionata contro l'Omofobia.

ROMA. – Il 56% degli italiani sono chiusi (28%) o spaventati (28%) nei confronti delle persone Lgbt e le maggiori resistenze vengono dagli over 55. Anche se sono stati fatti passi avanti sul tema dei diritti civili e i cambiamenti introdotti con la legge sulle unioni civili del 2016 sembrano essere stati interiorizzati dalla maggioranza degli italiani (il 66% si dichiara infatti favorevole) i problemi nascono quando si parla di “fare famiglia” ed ancora di più quando si affronta il tema del diritto alla genitorialità delle persone Lgbti con percentuali che crollano.

I dati sono stati elaborati da Ipsos per volontà del sottosegretario alle pari opportunità Vincenzo Spadafora che, in occasione della Giornata Internazionale contro l’omofobia ha voluto lanciare un appello a “tutte le forze politiche, a cominciare dai miei alleati di governo, sul tema dei diritti civili” perché su questi temi “ci sia maggiore rispetto anche nel dialogo, senza alimentare odio”.

Contro l’omofobia ha lanciato un monito il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, affinchè ci sia l’impegno delle istituzioni, definendo “inammissibili” gli episodi di intolleranza e il percorso che suggerisce è di promuovere “la cultura dell’inclusione”.

E commentando i risultati dell’indagine Ipsos Spadafora ha sottolineato: “Il dato che mi ha colpito molto è che quando si parla di libertà personali, di diritti dell’individuo c’è per fortuna una certa apertura positiva in maniera trasversale nella popolazione, la criticità aumenta moltissimo quando parliamo di figli, di adozione di figli da parte di coppie omosessuali. Su questo c’è un percorso culturale da fare molto importante perché la maggior parte delle famiglie italiane ha ancora molti dubbi”.

Dall’indagine Ipsos emerge che sebbene rom e immigrati vengano considerati i più discriminati, gli italiani sono convinti che anche le discriminazioni nei confronti delle persone Lgbt siano molto diffuse soprattutto verso transgender e transessuali ed in particolare nel mondo del lavoro e della scuola. Anche il premier Giuseppe Conte in un tweet ha condannato “ogni discriminazione e ogni forma di violenza basate sull’orientamento sessuale” perchè “non solo sono deplorevoli ma ledono gravemente i diritti umani”.

A parere del vice-premier Luigi Di Maio “sembra assurdo dover ancora nel 2019 difendere il sacrosanto ed elementare diritto di ognuno ad amare chi vuole” ed ha avvertito: “Chi soffia sul fuoco dell’intolleranza e su teorie anacronistiche ha trovato e troverà sempre nel M5S un argine invalicabile”. Inaccettabile l’omofobia per il presidente del Senato Elisabetta Casellati, per la quale “occorre promuovere nelle famiglie e nelle scuole la cultura del rispetto”.

Il presidente della Camera Roberto Fico ha detto che “pregiudizi, discriminazioni ed episodi di violenza” sono intollerabili “per una comunità che si definisce tale”. Il segretario del Pd Nicola Zingaretti in un tweet ha posto l’accento sulla necessità di votare “una buona legge che contrasti le discriminazioni”. Ma lo stesso Spadafora ha ammesso che “in questa legislatura vedo difficile che si possano fare passi in avanti da un punto di vista legislativo” visto che il contratto di governo non lo prevede.

Il sottosegretario ha ricordato che M5s ha già presentato una legge per l’introduzione del reato di omofobia: “Speriamo che si arrivi anche ad un momento in cui si possa rivedere la posizione dei nostri alleati di governo e che la proposta possa essere approvata”. Spadafora ha messo in evidenza che nel frattempo per le persone Lgbt sono state attuate delle politiche reali di formazione e per l’inserimento nel mondo del lavoro grazie alla rimodulazione dei fondi europei Pon per l’inclusione. E non mancano progetti per il futuro come rendere davvero autonomo l’Unaur e istituire un Archivio Storico Nazionale del Movimento Lgbti.

(di Emanuela De Crescenzo/ANSA)

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