Giro d’Italia: Viviani evapora, sul traguardo Demare lo fulmina

Il francese Arnaud Demare taglia vittorioso il traguardo di Modena davanti a Viviani.
Il francese Arnaud Demare taglia vittorioso il traguardo di Modena davanti a Viviani. (ANSA)

MODENA. – Da due anni un francese non trionfava in una tappa del Giro d’Italia di ciclismo. L’ultimo era stato Thibaut Pinot, ad Asiago, il 27 maggio 2017. Oggi il digiuno dei ‘cugini’ transalpini è stato interrotto da Arnaud Demare: niente fughe o attacchi da lontano studiati a tavolino, ma uno sprint secco e potente, sebbene condizionato da un capitombolo a circa 600 metri dal traguardo che ha coinvolto e fatto a pezzi – in senso letterale – la maglia ciclamino di Pascal Ackermann. Una caduta ‘a grappoli’ innescata da un corridore della Ag2R e che ha coinvolto alcuni corridori italiani, fra cui Matteo Moschetti e Simone Consonni. Sull’asfalto è finito anche Jakub Mareczko.

Valerio Conti ha collezionato un altro giorno con la maglia rosa addosso, dopo essersela presa il 16 maggio a San Giovanni Rotondo. Ma, a fare rumore oltre ai tuoni dopo l’arrivo del gruppo, è stato l’ennesimo secondo posto di Elia Viviani che dichiara di essere in forma, ma non sa (e soprattutto non riesce) più a vincere. All’olimpionico su pista a Rio de Janeiro nel 2016 finora è sempre mancato un soldo per fare una lira. Ha tanta rabbia in corpo, il pirotecnico Elia, ma non riesce a sprigionarla, trasformandola in energia positiva.

Senza Gaviria, ritirato, con Ackermann finito sull’asfalto, il veronese avrebbe potuto e dovuto firmare il primo successo, invece ancora una volta è stato fulminato proprio a pochi metri della linea d’arrivo. Domani Viviani ci riproverà a fare centro al Giro d’Italia, cosa che non avviene dal 23 maggio dell’anno scorso, quando si aggiudicò il successo nella tappa dei ‘due laghi’, partita dal Garda e conclusa sulle rive dell’Iseo. Fu il suggello alla maglia ciclamino, conquistata nettamente con diverse tappe d’anticipo. Ma era un altro Viviani. Più risoluto e convinto della propria forza, capace di quello slancio che quest’anno sembra non possedere.

Domani andrà in scena una tappa-fotocopia di quella odierna, sui 221 chilometri che collegano l’Emilia al Piemonte, da Carpi a Novi Ligure (Alessandria). Un’altra pista da bowling disegnata per colmare la Val Padana, un tracciato piatto e dritto, assolutamente privo della benché minima asperità. Un modo per ridistribuire l’acido lattico nelle gambe in una pedalata rilassante che rappresenta il preludio alle montagne; seguirà la Cuneo-Pinerolo, in una riedizione edulcorata di quella che fece entrare Fausto Coppi nella leggenda dello sport esattamente 70 anni orsono.

Poi, cominceranno le sfide pirotecniche in quota: nella vela si chiamano match-race gli uno-contro-uno fra le onde senza esclusione di colpi. Nel ciclismo c’è la strada di mezzo: si guarda in faccia l’avversario e, al minimo cenno di affaticamento, si parte. Lo hanno fatto in tanti al Giro, l’ultimo fu Chris Froome contro Simon Yates, l’anno scorso, sul Colle delle Finestre. Aria rarefatta, discese ardite e risalite. Se ne vedranno delle belle fino al 2 giugno nel Giro più inzuppato della storia moderna.

(dell’inviato Adolfo Fantaccini/ANSA)

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