Anche il Papa ha in casa i suoi “sovranisti”

Veduta dall'alto dell'area di Città del Vaticano.
Veduta dall'alto dell'area di Città del Vaticano.

CITTA’ DEL VATICANO. – La sovranità territoriale del Vaticano la ideò il cardinale marchigiano Pietro Gasparri, segretario di Stato, quando il fascismo e la Sede apostolica decisero di mettere fine alla Questione romana e si accordarono nei Patti Lateranensi. L’11 febbraio del 1929, novant’anni fa, si definiva l’entità territoriale vaticana, si regolavano i rapporti tra i due Stati, Italia e Città del Vaticano, nel Concordato, e si metteva fine anche al tema delle espropriazioni con l’accordo finanziario.

Chissà che cosa direbbe oggi Gasparri di fronte, però, all’avanzamento del sovranismo vaticano. Un movimento un po’ sotterraneo, che si gonfia anche ultimamente come vento che alimenta la fronda anti-Francesco. Un Papa che si è schierato con una certa chiarezza in favore dell’Europa unita, l’ultima volta nel suo viaggio in Bulgaria e Macedonia degli inizi di maggio, e che sta osservando con attenzione il passaggio elettorale del 26 maggio prossimo così caratterizzato dall’offensiva dei sovranisti europei.

Anche il Papa ha i suoi sovranisti in casa. Sono quelli che in Curia, ad esempio, si sono lamentati per il divieto da lui introdotto di vendere le sigarette. Una misura entrata in vigore nel 2018 su una voce che storicamente rappresentava un introito non indifferente per le casse del Vaticano. Anche se negli ultimi anni non era poi così perché, secondo i dati della Cosea, la Pontificia commissione referente di studio e di indirizzo sull’organizzazione della struttura economico amministrativa, i tabacchi vaticani avevano ormai dei costi troppi alti: 3 per cento in più di ricavi nell’anno di ricognizione dei conti e 22 per cento dei costi.

Per i sovranisti vaticani si è trattato comunque di un piegarsi al volere dell’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità, che anche in Vaticano ha fatto arrivare la sua voce anti tabagismo. Una specie di ultima resa, si era detto allora in alcuni commenti, alle tante entità sovranazionali cui pure il Vaticano si sta sottoponendo.

Un altro punto che brucia a molti è la sottomissione del giudizio sullo Ior a Moneyval, l’organismo di controllo europeo che agisce per la valutazione delle misure contro il riciclaggio e il finanziamento del terrorismo. E’ vero che l’ingresso sotto la lente di Moneyval lo volle Benedetto XVI ma Francesco, dicono i sovranisti vaticani, ne ha rafforzato il potere di osservazione.

E poi c’è la grande questione dei migranti e dei rifugiati cui Bergoglio ha praticamente consacrato il pontificato. I sovranisti vaticani hanno guardato con molta preoccupazione all’appoggio che Francesco ha dato al Global compact dell’Onu, il patto internazionale sulle migrazioni, e hanno tirato un sospiro di sollievo quando l’idea del Papa di andare in Marocco per la firma del patto, tenutasi a Marrakech a dicembre dello scorso anno, è sfumata davanti alle resistenze di Re Muhammad VI, che ha voluto per il suo Paese una visita ‘ad hoc’, come poi è avvenuto alle fine di marzo di quest’anno.

(di Nina Fabrizio/ANSA)

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