In tre mesi raddoppiano i contratti stabili, calano a termine

Una donna lavorando seduta di fronte a un tavolo. Dignità
Una donna lavorando seduta di fronte a un tavolo.

ROMA. – Frenano i contratti a termine e raddoppiano i contratti a tempo indeterminato, soprattutto grazie alle trasformazioni dei rapporti di lavoro precari in stabili: i dati del primo trimestre dell’anno, fotografati dall’ultimo Osservatorio dell’Inps sul precariato, confermano l’andamento degli ultimi mesi. Torna però a crescere il ricorso alla cassa integrazione ad aprile.

Sempre sul fronte lavoro, in attesa del concorso per le assunzioni dei tremila navigator, le persone che dovranno assistere tecnicamente i centri per l’impiego nella guida dei beneficiari del Reddito di cittadinanza verso la ricerca di un’occupazione, hanno scioperato i lavoratori di Anpal Servizi, a cui i navigator stessi faranno riferimento: i 650 precari dell’Agenzia chiedono la stabilizzazione per tutti loro.

In totale, tra gennaio e marzo il saldo dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato (assunzioni più trasformazioni meno cessazioni) risulta positivo per 241.147 contratti, segnando un +126% sui primi tre mesi del 2018, quando sono stati 106.558. Allo stesso tempo, i contratti a termine si fermano a 5.831, in picchiata con un -95,8% rispetto ai 141.225 dei primi tre mesi dell’anno scorso.

A spingere i contratti stabili sono ancora le trasformazioni, per le quali si registra un nuovo boom: i passaggi da tempo determinato a indeterminato risultano quasi raddoppiati, passando da 124.571 a 218.623 (+75,5%). Il dato, insieme al nuovo calo dei contratti a termine, porta il governo ed in particolare il M5s a segnalare l’effetto del decreto dignità.

A novembre scorso sono infatti scattate le nuove norme che prevedono un tetto di 24 mesi per i contratti a termine (prima erano 36) e la reintroduzione delle causali. Si dice “orgoglioso”, il vicepremier e ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, rivendicando quanto fatto rispetto a chi lo “ha chiamato ministro della disoccupazione. E invece stiamo dimostrando che il Jobs Act era una scelta politica ben precisa e che la stabilità del posto di lavoro è ancora un valore fondamentale”.

Di Maio assicura che “continueremo a migliorare nei prossimi mesi, quando anche i livelli occupazionali aumenteranno a ritmi più elevati grazie alla spinta economica del Reddito di cittadinanza, al decreto Crescita e al pacchetto da 500 milioni per gli investimenti locali”.

I sindacati però mettono in guardia rispetto a facili entusiasmi, anche alla luce della risalita della cig segnalata ad aprile sempre dall’Inps: con oltre 25,3 milioni di ore richieste nel mese, segna un aumento del 16% su marzo e del 30,5% su aprile 2018 (19,4 milioni). Ed una impennata della cig straordinaria, utilizzata nei casi di crisi più gravi e di ristrutturazioni, che sfiora l’80% sia su base mensile che annua.

“Le assunzioni sono più stabili ma ha ripreso a crescere la cassa integrazione. Bisogna affrontare una volta per tutte la questione della mancata crescita. Le forze politiche e di governo dovrebbero smettere con gli annunci propagandistici e impegnarsi veramente” per far ripartire investimenti, crescita e occupazione, incalza il segretario generale aggiunto della Cisl, Luigi Sbarra.

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