In Olanda gli europeisti reggono e Wilders affonda

Il primo ministro olandese Mark Rutte al momento del voto.

BRUXELLES. – Per gli europeisti convinti, alla vigilia del voto per rinnovare il Parlamento Ue, dall’Olanda arrivano almeno tre buone notizie: l’affluenza alle urne è aumentata, i partiti tradizionali hanno retto, gli euroscettici sono stati arginati. Per gli olandesi, le sorprese non sono finite: i laburisti tornano ad essere il primo partito dopo anni di secondo posto, l’astro in ascesa delle elezioni di marzo, il filosofo euroscettico Thierry Baudet, non sale come previsto, e allo xenofobo Wilders addirittura non va nessun seggio.

Se i risultati dei due exit poll si rivelassero corretti (storicamente lo sono stati con scarti ridottissimi), quello dell’Olanda sarebbe un risultato presto destinato a cambiare anche il panorama della politica nazionale. Sarà per la portata dell’evento che tutti i leader dei partiti hanno già commentato a caldo, senza aspettare i risultati definitivi che saranno diffusi soltanto domenica sera, a urne chiuse anche nel resto d’Europa.

Prima di tutto, si congratulano per il risultato di Frans Timmermans, che è riuscito a risollevare il sofferente partito laburista, portandolo in testa con il 18,1% che gli darà 6 eurodeputati, il doppio della scorsa legislatura europea. “Una performance incredibilmente buona”, ha commentato il premier Mark Rutte, il cui partito liberal-conservatore non ha perso troppo terreno come temeva, piazzandosi secondo con il 15%. Manderà a Strasburgo quattro deputati, uno in più delle elezioni 2014. L’ottimo risultato dei laburisti costringe al plauso anche gli euroscettici.

Baudet, l’eccentrico leader del nuovo partito euroscettico Forum voor Democratie (Fvd), considerato un Wilders 2.0 in grado di sostituire quella vecchia retorica islamofobica con un’ideologia di destra più fluida e meno urlata, non può gridare alla vittoria. “Ciò che è sorprendente è la vittoria dei laburisti, credo sia grazie a Timmermans”, ha detto, rivendicando comunque il buon risultato del suo partito che, alla prima prova europea, parte già con tre seggi (ha preso l’11%). Al pari dei Verdi. Wilders, invece, tace.

L’alleato di Salvini e Le Pen in Europa rischia di non poter più sostenere il gruppo degli euroscettici, e di perdere per sempre terreno anche a casa sua. Ha perso slancio, è incalzato dal nuovo, Baudet, che è già una star dei social, e difficilmente recupererà la presa perduta.

La svolta a sinistra dell’Olanda riaccende anche la speranza dei socialisti d’Europa. Timmermans, candidato Pse alla guida della Commissione Ue, dopo i risultati è volato in Spagna da Sanchez, per chiudere la sua campagna elettorale. Ora sono loro i due socialisti che ce l’hanno fatta, e provano a fare da volano agli altri.

(di Chiara De Felice/ANSA)

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