Dai cantieri a caso Rixi, settimana da brivido per il Governo

Da sinistra: Il ministro dellEconomia Giovanni Tria, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il ministro del Lavoro dello Sviluppo economico e vicepremier Luigi Di Maio e il ministro dellInterno e vicepremier Matteo Salvini al termine della conferenza stampa del vertice sulla manovra economica del Governo a palazzo Chigi.
Da sinistra: Il ministro dellEconomia Giovanni Tria, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il ministro del Lavoro dello Sviluppo economico e vicepremier Luigi Di Maio e il ministro dellInterno e vicepremier Matteo Salvini al termine della conferenza stampa del vertice sulla manovra economica del Governo a palazzo Chigi, Roma, 03 ottobre 2018. ANSA/ANGELO CARCONI

ROMA. – Cantieri e Tav, famiglia, Salva Roma, conflitto d’interessi, salario minimo, referendum propositivo, videosorveglianza. Basta elencare i nodi che verranno al pettine subito in Parlamento, per avere percezione di quanti banchi di prova attendono la maggioranza gialloverde dal 27 maggio. Il calendario del dopo europee è già assai fitto. Un Consiglio dei ministri è atteso in settimana per discutere i punti rinviati nella riunione notturna di lunedì scorso: il decreto sicurezza bis, il provvedimento di Di Maio sulla famiglia, l’Autonomia.

Ma la tenuta del governo si misurerà anche sugli appuntamenti europei e su un dossier tutto politico come la sentenza su Rixi. Lunedì, a urne chiuse, sarà il momento dei bilanci e delle prime mosse dei partiti. Da martedì gli intenti più o meno bellicosi saranno messi alla prova dall’agenda di governo e maggioranza. Il premier Giuseppe Conte il 28 sarà a pranzo a Bruxelles con i capi di Stato e di governo dell’Unione europea per un vertice in cui si discuterà l’esito del voto e si avvierà il processo di nomina dei capi delle istituzioni, incluso il commissario che spetterà a Roma.

Si aprirà una trattativa che si chiuderà a fine giugno e il cui esito dipenderà dalla nuova maggioranza nell’Europarlamento e dal “bilancino” tra i Paesi. Per l’esecutivo pentaleghista è però cruciale il giudizio Ue sui conti italiani. Il 27 maggio è atteso l’invio, da parte della Commissione, di una lettera che chiederà di spiegare i fattori rilevanti che giustificano un aumento del debito.

Il 5 giugno potrebbe essere poi avviata una procedura d’infrazione sul debito, che renderebbe ancor più caldo l’autunno della legge di bilancio (bisogna già evitare un aumento Iva da 23 miliardi). Le Camere, intanto, già dal 28 maggio dovranno affrontare tutti i nodi accantonati in campagna elettorale. Il primo scoglio per la maggioranza è il decreto sblocca cantieri, la cui conversione scade il 17 giugno e che è atteso in Aula al Senato martedì.

La data potrebbe slittare perché la commissione non ha ancora concluso il suo esame ma la Lega già ha annunciato per l’Aula il suo emendamento sulle opere prioritarie, tra cui la Tav. Se deciderà di portarlo avanti, rischia di emergere nel voto la frattura con M5s sulla Torino Lione, sulla quale il governo dovrà prendere una decisione definitiva entro settembre. Anche a Montecitorio il 28 si inizierà a votare un testo importante come il decreto crescita. Tra gli emendamenti ci sono non solo la proposta del ministro Fontana su latte e pannolini ma anche la norma Salva Roma.

Dalla proroga della convenzione a Radio Radicale all’emendamento della Lega sulle trivelle, già nei giorni scorsi il provvedimento è stato foriero di tensioni gialloverdi. A mettere legna sul fuoco ci penserà anche l’avvio dell’esame alla Camera – relatore il ‘fichiano’ Giuseppe Brescia – della legge sul conflitto d’interessi: il M5s potrebbe cercare la sponda Pd. Al Senato, in contemporanea, la maggioranza si confronterà sulle leggi sul salario minimo, cara ai Cinque stelle, e sulla videosorveglianza, cara alla Lega. Ma anche sulla riforma costituzionale per il referendum propositivo.

A Palazzo Chigi a metà settimana dovrebbe tornare a riunirsi il Consiglio dei ministri, per affrontare i temi accantonati nell’ultimo, teso, Cdm. Ma al tavolo politico potrebbe arrivare anche un nuovo caso giudiziario se il 30 giugno il viceministro leghista Edoardo Rixi sarà condannato nell’ambito del processo sulle “spese pazze” in Liguria. Il M5s ha già annunciato una richiesta di dimissioni. Rischia di riproporsi il braccio di ferro che ha segnato la cacciata di Armando Siri.

MAT/FN S0A QBXB

Lascia un commento