Dialogo Governo-Opposizione, Zapatero da forfait

CARACAS – Getta la spugna. José Luís Rodríguez Zapatero non sarà più mediatore. Ha dato per concluso il suo ruolo di arbitro dopo tre anni di sterili tentativi. Sebbene fosse riuscito a far sedere in uno stesso tavolo rappresentanti del Governo con esponenti dell’Opposizione, le posizioni irremovibili dei protagonisti del “tavolo”, le accuse reciproche, e le pressioni delle correnti estremiste in ambedue le formazioni hanno condizionato il dialogo e reso impossibile qualunque accordo.

Rodríguez Zapatero, accusato dall’Opposizione, di essere stato il salvagente del governo del presidente Maduro e di non essere mai stato arbitro imparziale, ha annunciato il suo ritiro. E, quindi, ha ammesso l’insuccesso della sua missione.

A nulla sono serviti i continui viaggi tra Spagna e Venezuela. Dopo la rottura del dialogo in Repubblica Dominicana e la posizione ferma del presidente “ad interim”, Juan Guaidó, l’ex premier spagnolo ha ritenuto che non vi fossero possibilità, almeno ora, di un accordo. Il presidente dell’Assemblea Nazionale, Juan Guaidó, pur ritenendo indispensabile il dialogo per uscire dalla crisi ha posto dei paletti ben precisi. Tra questi, la costituzione di un governo di transizione, elezioni libere e democratiche organizzate da un arbitro imparziale, la liberazione di tutti i prigionieri politici e il ritorno dei leader dell’Opposizione in esilio. Sono condizioni non accettate dal governo del presidente Maduro. Questi, a sua volta, insiste nella necessità di un nuovo Parlamento. E annuncia, senza precisarne la data, la prossima elezione di una nuova Assemblea Nazionale, nonostante nessuno ponga in discussione la legittimità dell’attuale.

Intanto, Governo e Opposizione hanno iniziato conversazioni in Norvegia. Per il momento, è considerato un semplice “colloquio esplorativo”. I promotori, però, sperano che possa trasformarsi in un “tavolo” capace di assicurare una soluzione alla crisi del Paese.

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