Torna la tensione nel governo. Vertice Autonomie in salita

Il ministro dell'Interno Matteo Salvini, di spalle il ministro del Lavoro, Luigi Di Maio.
Il ministro dell'Interno Matteo Salvini, di spalle il ministro del Lavoro, Luigi Di Maio. (ANSA)

ROMA. – Le nuove tensioni nel governo sul fronte migranti fanno da apripista a un vertice sulle Autonomie, domani alle 14 a Palazzo Chigi, che si preannuncia tutto in salita. Giuseppe Conte sarà chiamato a mediare tra una Lega che vuole accelerare ad ogni costo sul dossier e un M5S che, su alcuni punti come quello dell’istruzione, non ha alcuna intenzione di cedere.

E ad avvelenare il clima c’è lo scontro tra Matteo Salvini e il M5S sui migranti. Con il vicepremier leghista che accusa il Movimento di averlo lasciato solo nella sua battaglia sui porti chiusi e Manlio Di Stefano che gli risponde a muso duro: “Se ti senti Maradona e poi giochi come un Higuain fuori forma, è un serio problema, perché di mezzo c’è il Paese” è la stoccata del sottosegretario agli Esteri.

“Nel tentativo di nascondere l’evidenza, ieri qualcuno è arrivato ad attaccare direttamente i propri colleghi di governo inciampando in una gaffe dietro l’altra”, è l’accusa a Salvini che arriva da Di Stefano dopo il duro botta e risposta tra Viminale e ministero della Difesa. Parallelamente un post sul blog delle Stelle sembra avere l’intento di “smascherare” la strategia salviniana sui migranti.

“Invece di parlare delle centinaia di migranti che continuano ad arrivare con i barchini fantasma, giornali come Der Spiegel reggono il gioco delle Ong, sul palcoscenico di un ‘Truman Show’ dell’ipocrisia”, si legge nel post.

Salvini, per tutta la giornata resta in silenzio. Parlerà a Fubine alla festa locale della Lega. E in silenzio resta anche Luigi Di Maio, che nel pomeriggio va ad Ancona per una nuova tappa dei suoi incontri con gli attivisti locali. “Se ho lasciato solo Salvini? Fate sempre le stesse domande…”, si limita a rispondere ai cronisti.

Possibile che a latere del dossier Autonomie il leader leghista ponga anche la questione migranti sul tavolo di Palazzo Chigi. Con un obiettivo: non avere alcun ostacolo all’iter del decreto sicurezza bis, per il quale martedì scadono gli emendamenti. E con M5S e Lega già pronte a battagliare sulle modifiche: il primo con un emendamento per la confisca delle navi; la seconda con la proposta di inasprire le multe alle navi. Sul dossier Autonomie il nodo, al momento, è quello dell’Istruzione.

E i sindacati sono già sul piede di guerra. “Bussetti rispetti l’accordo siglato ad aprile e salvaguardi l’unità e l’identità culturale del sistema scolastico”, attacca Francesco Sinopoli della Flc Cgil.

Ad agitare la maggioranza c’è poi il giallo del faccia a faccia tra Salvini e Giorgia Meloni. La notizia dell’incontro, che sarebbe stato a Roma e non a Milano, irrompe nel pomeriggio ma viene seccamente smentita da fonti ufficiali della Lega. Mentre dall’entourage di Meloni ci si limita al “no comment”.

L’incontro, se fosse confermato, certificherebbe l’asse tra Lega e Fdi. Un’asse elettorale, soprattutto, con i sondaggi che mostrano come i due partiti potrebbero raggiungere da soli la maggioranza dei seggi. Con una variabile, da tener presente: il futuro di Giovanni Toti e della sua corrente. Ma, si sottolinea nella Lega, per ora Salvini non cambia idea sulla prosecuzione del governo. Anche se, nel M5S, il cielo sarà sereno solo dopo il 20 luglio, ultima finestra per le elezioni a settembre.

(di Michele Esposito/ANSA)

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