Entusiasmo e polemiche anti-Trump per calciatrici Usa

La capitana della nazionale donne Usa, Megan Rapinoe festeggia il titolo mondiale dopo la vittoria sull'Olanda per 2-0.
La capitana della nazionale donne Usa, Megan Rapinoe festeggia il titolo mondiale dopo la vittoria sull'Olanda per 2-0. EPA/IAN LANGSDON

NEW YORK. – Dopo aver messo in bacheca il quarto titolo mondiale, le ragazze della nazionale Usa di calcio continuano a suscitare entusiasmo e a rimanere al centro dell’attenzione, e non solo per i successi sul campo. Nei giorni scorsi hanno tenuto banco le polemiche tra il capitano Megan Rapinoe, che si era rifiutata per protesta di cantare l’inno statunitense, e il presidente Donald Trump. Rapinoe, attirandosi le critiche del tycoon, aveva annunciato che avrebbe rifiutato un eventuale invito alla Casa Bianca. E lui, per tutta risposta, ha detto che “non ha ancora pensato” se far partire l’invito.

Però, dopo la vittoria in finale per 2-0 contro l’Olanda, Trump ha fatto i complimenti al team Usa. “Congratulazioni alla squadra di calcio femminile per la vittoria della Coppa del mondo. Un gioco meraviglioso ed eccitante. L’America è orgogliosa di voi”, ha scritto su Twitter. Ma per le ragazze, che hanno conquistato il quarto titolo mondiale dopo quelli del 1991, 1999 e dell’ultima edizione del 2015, è già iniziata un’altra battaglia. Dalle tribune agli spogliatoi è risuonato il canto “equal pay”, “parità di retribuzione”, e in pochi secondi l’hashtag #EqualPay è aumentato di cinque volte su Twitter.

Ogni goal è stato il segno della qualità e del valore del calcio femminile in tutto il mondo, e dell’importanza di garantire alle donne della prossima generazione l’opportunità di competere, essere allenate e diventare campionesse. “Tutti sono pronti perché questa conversazione compia il prossimo passo”, ha detto la 34enne Rapinoe, che ha segnato il gol del vantaggio dopo un primo tempo a reti inviolate e ha ricevuto sia il Golden Boot che il Golden Ball, rispettivamente come capocannoniere del torneo e come giocatrice in generale.

“Basta con domande come ‘Ne vale la pena? Dovremmo avere la parità di retribuzione? I mercati maschile e femminile sono uguali?’ – ha aggiunto -. Chiediamoci ‘qual’è il prossimo passo? Come sosteniamo le federazioni femminili e i programmi per le donne in tutto il mondo?’ È ora di far avanzare la conversazione”.

Intanto, tutte le 28 giocatrici hanno presentato una class action contro la U.S. Soccer Federation – il loro datore di lavoro – affermando che non sono trattate alla pari con la nazionale maschile, che sono pagate meno degli uomini e ricevono meno sostegno, nonostante le loro prestazioni eccezionali. La Fifa tuttavia, secondo i media Usa, staccherà un assegno da 30 milioni di dollari per la squadra femminile per la vittoria, contro i 440 milioni che porterà a casa il prossimo campione del torneo maschile.

(di Valeria Robecco/ANSA)

Lascia un commento