L’Iran: “Possiamo arrivare al 20% di uranio arricchito”

Panoramica della sede deposito di uranio iraniano a Bushehr, nel sud dell'Iran.
Panoramica della sede deposito di uranio iraniano a Bushehr, nel sud dell'Iran. EPA/ABEDIN TAHERKENAREH

ISTANBUL. – Dalle parole ai fatti. Dopo l’annuncio di ieri, l’Iran ha confermato oggi di aver oltrepassato la soglia di arricchimento dell’uranio consentita dall’accordo sul nucleare, portandolo al 4,5%. Il superamento del limite del 3,67% è stato confermato anche dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), che mercoledì si riunirà in sessione straordinaria su richiesta degli Usa.

E il prossimo passo, ha avvisato il portavoce dell’Agenzia atomica di Teheran Behrouz Kamalvandi, potrebbe essere un innalzamento al 20%: un livello che, secondo gli esperti, ridurrebbe significativamente la distanza dal 90% necessario per produrre ordigni atomici, che Teheran giura però di non volere.

“Gli Usa non cercano la guerra con l’Iran. Desideriamo parlare. Desideriamo ascoltare. Ma l’America non cede”, ha avvisato il suo vicepresidente Mike Pence, avvertendo la Repubblica islamica di non “confondere la moderazione americana con una carenza di risolutezza”.

Intanto, Teheran ha rilanciato il suo ultimatum all’Europa: per agire contro gli effetti delle sanzioni e salvare l’intesa del 2015 restano 60 giorni. “La porta della diplomazia resta aperta”, assicura. Ma dopo questa, non ci saranno altre opportunità. L’annuncio agita sempre di più le tensioni nel Golfo.

Dalla Cina è arrivato un deciso attacco agli Usa. “Il bullismo unilaterale è un tumore che si diffonde e sta creando più problemi e crisi su scala globale”, ha denunciato Pechino, che comunque “si rammarica per l’annuncio di Teheran” sull’arricchimento dell’uranio, mentre la Russia si dice “preoccupata” e ricorda di aver più volte avvertito sulle conseguenze per la sicurezza globale del ritiro unilaterale americano. “Siamo estremamente preoccupati dai diversi annunci” dell’Iran, è il commento che arriva dall’Ue. Sarà a Teheran il consigliere diplomatico del presidente francese Emmanuel Macron, Emmanuel Bonne, per cercare una “de-escalation”.

Ma la Repubblica islamica insiste sulla necessità di passare dalle parole ai fatti. Lo strumento finanziario Instex che doveva favorire la prosecuzione degli scambi è ancora al palo e Teheran chiede ai partner europei di tornare ad acquistare il suo petrolio o almeno di aprire una linea di credito per far ripartire i commerci.

Ma all’ordine del giorno resta anche un’altra grana proprio con uno dei Paesi firmatari dell’intesa, la Gran Bretagna, accusata dall’Iran del blocco della sua petroliera iraniana Grace 1 a Gibilterra per sospetta violazione delle sanzioni Ue sulla Siria. Un atto di “pura e semplice pirateria” secondo il suo ministro degli Esteri Mohammad Javad Zarif, che sottolinea l’assenza di obblighi rispetto alle misure restrittive di Bruxelles.

“L’Iran non è né un membro dell’Ue né è soggetto ad alcun embargo europeo sul petrolio. Il sequestro illegale” della nave, ha scritto il diplomatico su Twitter, “crea un pericoloso precedente e deve finire immediatamente”.

(di Cristoforo Spinella/ANSA)

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