Migranti, Oim: “Oltre cinquecento morti da inizio 2019 nelle Americhe”

La rete di separazione anti- migranti sul confine tra Stati Uniti e Messico - Muro
La rete di separazione anti-migranti sul confine tra Stati Uniti e Messico - REUTERS

ROMA. – In totale, almeno 514 persone hanno perso la vita durante il loro viaggio migratorio nelle Americhe nel 2019, rispetto ai 384 registrati nello stesso periodo nel 2018. A denunciarlo è l’agenzia Onu per le migrazioni Oim, sottolineando che si tratta di un “tragico record”, in quanto negli ultimi sei anni, i 500 morti erano stati superati solamente in mesi successivi ad agosto.

Negli anni scorsi, il dato di 500 morti era stato raggiunto a settembre (2016), ottobre (2017, 2018) o dicembre (2015), o, nel caso del 2014, non era stato raggiunto, poiché erano stati registrati solo 495 decessi di migranti in transito nelle Americhe. Le donne (67 decessi) e i bambini (40) hanno costituito poco più di un quinto di tutte le morti registrate nelle Americhe nel 2019, anche se in diversi casi l’età e il genere delle vittime non sono ancora stati determinati.

Quasi la metà di tutti i decessi – 247 al 15 agosto – è stata registrata al confine tra Stati Uniti e Messico. Il resto è stato riportato più a sud, in America centrale (nella quale l’Oim include gran parte del Messico e l’istmo tra Panamá e Guatemala), o vicino alle isole del Mar dei Caraibi o nel Sudamerica.

Le morti registrate in queste tre regioni sono state, rispettivamente, 80, 151 e 30. L’Oim riporta che la crisi in Venezuela potrebbe rappresentare gran parte dell’aumento dei decessi registrati per il periodo. Quest’anno, l’agenzia Onu ha infatti riferito di 89 morti accertati di cittadini venezuelani, i cui decessi sono stati registrati in Sudamerica, Centroamerica e Mar dei Caraibi. I venezuelani sono secondi solo alla nazionalità “sconosciuta”, che conta 178 vittime.

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