Prossimità (Lc 19, 1-10)

Gesù alzò lo sguardo e gli disse: "Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua" (Lc 19,5).
Gesù alzò lo sguardo e gli disse: "Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua" (Lc 19,5).

«Oggi devo fermarmi a casa tua» (Lc 19, 5), così Gesù si rivolge a Zaccheo manifestando la sua necessità di entrare proprio quel giorno nella casa di colui che, prima di essere capo dei pubblicani, è figlio di Abramo (Lc 19, 9).

Il Signore annulla le distanze, si avvicina all’uomo offrendogli una casa da abitare e restituendogli la sua identità di figlio amato. Zaccheo si sente accolto così com’è; la salvezza non s’è fatta problemi a entrare nella sua casa, a farsi vedere con uno come lui, a stare con lui. Ancora preso dallo stupore per un evento tanto inaspettato, egli sente crescere una gioia incontenibile, da condividere con tutti.

L’incontro con Gesù sta all’origine della conversione del cuore.

Lo stile di Gesù diventa lo stile della Chiesa e quello del cristiano: accogliere gratuitamente l’altro e accompagnarlo sulla via della santità.

La splendida costituzione conciliare Gaudium et spes esprime bene il forte legame tra la Chiesa e l’intera famiglia umana: «Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore. La loro comunità, infatti, è composta di uomini i quali, riuniti insieme nel Cristo, sono guidati dallo Spirito Santo nel loro pellegrinaggio verso il regno del Padre, e hanno ricevuto un messaggio di salvezza da proporre a tutti. Perciò la comunità dei cristiani si sente realmente e intimamente solidale con il genere umano e con la sua storia» (Gaudium et spes, 1).

Aiutami, Signore, a restare in mezzo agli uomini, senza estraniarmi, senza prendere le distanze, senza giudicarli ma imparando da Te a voler bene a ciascuno!

don Gian Luca