Governo: cerimonia sobria al Colle tra selfie e mani su cuore

Il nuovo governo schierato al Quirinale per il giuramento.
Il nuovo governo schierato al Quirinale per il giuramento.. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

ROMA. – Quando davanti a Sergio Mattarella arriva per giurare il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, il premier Giuseppe Conte si lascia sfuggire una strizzata d’occhio. Poi gli stringe la mano con entrambe le sue, il più caloroso tra i saluti ai propri colleghi di governo.

E’ il gesto che riassume il senso politico e forse il sollievo per un’operazione riuscita, contro il tempo e contro le previsioni: a nemmeno un mese dall’apertura della crisi, i 21 ministri del Conte bis sono saliti al Quirinale per giurare davanti al presidente della Repubblica.

Molti, in una sala degli Specchi gremita di cronisti e dalla temperatura rovente in una mattinata di fine estate, sottolineano il clima “più sobrio e istituzionale” rispetto al giuramento del primo governo Conte, l’1 giugno dell’anno scorso.

I vestiti e le posture sono perlopiù quelli giusti: tra gli abiti e i tailleur scuri spiccano solo il blu elettrico del ministro per le Politiche agricole, Teresa Bellanova, il crema scelto dalla ministra del Lavoro Nunzia Catalfo e il bianco del ministro per l’Innovazione Paola Pisano.

L’unica nota di rosso, nel vestiario del governo giallo-rosso, il più giovane della storia della Repubblica, è la cravatta del ministro della Salute, Roberto Speranza (LeU). Gli altri scelgono tonalità di blu o grigio. Il verde, sfoggiato un anno fa da Matteo Salvini, sembra invece essere completamente sparito dalla palette dei colori possibili.

Gli unici strappi alla sobrietà sono i selfie ormai di rito. Franceschini posta su Twitter quello della squadra dem. Di Maio, invece, stavolta sceglie una foto di gruppo più formale per presentare il team pentastellato nel suo post su Facebook.

Tutti i ministri, poco prima delle dieci, entrano a piedi alla spicciolata. Di Maio mano nella mano con la fidanzata Virginia Saba. Prima della cerimonia, sorridente e disteso, chiacchiera con la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, seduta proprio al suo fianco dove un anno fa c’era Salvini.

Tra i familiari che assistono seduti in sala c’è pure un ex ministro, Nunzia De Girolamo, moglie del neo titolare degli Affari regionali Francesco Boccia, accompagnato anche dalla figlia che tiene per mano all’ingresso del Quirinale.

Tornato alla guida del ministero della Cultura, Dario Franceschini appare quello più a suo agio di tutti, rilassato come quelli che sono di casa: controlla il cellulare prima della cerimonia, resta un po’ defilato. D’altronde è alla sua sesta esperienza da ministro ed è lui uno dei principali vincitori di questo governo, frutto di un’alleanza M5s-Pd di cui è stato uno degli sponsor più decisi.

Conte è l’unico che arriva in macchina fin dentro il Quirinale. Lo stile è il solito: pochette a quattro punte che spunta dal taschino, raffinato orologio al polso, per firmare il giuramento non usa la penna messa a disposizione sul tavolo di Mattarella ma estrae dalla giacca la sua stilografica personale.

Poi si avvicina al fianco del presidente per guardare sfilare i propri ministri, con una soddisfazione che traspare evidente, di certo molto più padrone della situazione rispetto al debutto di 14 mesi fa. Quello dell’Ambiente Sergio Costa, generale di brigata dei Carabinieri Forestali, fa il saluto militare sbattendo i tacchi e giura con la mano sul cuore.

Il titolare della Giustizia Alfonso Bonafede si mette anche lui la mano sul cuore. Gli altri sfilano ordinatamente, senza deviare dal protocollo. Poi ci sono le foto di rito, una con tutti i ministri e una solo con le sette ministre, il brindisi in un’altra sala e il rompete le righe.

(di Salvatore Lussu/ANSA)

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