“Opera Gala”, i nostri migranti sbarcano sul palcoscenico

CARACAS – Come 80-100 anni fa. I migranti italiani arrivano al Venezuela,  ma stavolta sulle note della “Orquesta Sinfónica Simón Bolívar”, il “Coro Simón Bolívar” e il racconto su Giuseppe, il “napoletano”, scritto e prodotto da Carlos Scoffio per “L’Opera Gala” che si presenterà al “Teatro Chacao” dal 13 al 15 settembre.

La storia narra il viaggio oltreoceano di Giuseppe, allietato da 21 arie del bel canto, liriche e e romantiche (Verdi, Rossini, Mascagni, Puccini e Donizzeti,  tra altri), che tessono una storia d’amore. Raccontano vicissitudini  del protagonista fino all’amore e alla formazione di una famiglia in questa terra.

Le storie, le aneddoti hanno origine negli oggetti contenuti nella valigia di Giuseppe e dall’intervento continuo della vivace Tania che lo stuzzica con la sua lingua mordente.

Scoffio spiega che l’idea della produzione prende spunto dalla sua familia: il padre capitano dei carabinieri ad Abissinia e il nonno morto nella Prima Guerra Mondiale. L’autore vuole rendere “omaggio ai migranti italiani in Venezuela, ma anche a quelli approdati nelle coste dei Caraibi dalla Spagna, dal Portogallo o dai paesi arabi”.

Al tempo stesso, vuol richiamare l’attenzione sull’esodo odierno di venezolani provocato dalla profonda crisi economica, politica e sociale che vive il paese.

“In Venezuela siamo in presenza di una diaspora, di un esodo che rattrista sia coloro che restano, sia coloro che partono” commenta Scoffio.

“Guadiano emozionale”

L’autore italo-venezuelano sottolinea che l’allestimento dello spettacolo, la sua messa in scena sarà possibile grazie al lavoro di una squadra, all’aiuto di persone che “credono nel paese”, sia del settore pubblico sia di quello privato. Grazie anche all’Ambasciata d’Italia in Venezuela, sempre pronta a sostenere iniziative nell’ambito culturale.

Marbella Molina, di “Images Producciones· precisa che il ricavato sarà donato a Caritas (L’organizzazione della Chiesa per gli aiuti alimentari alla popolazione).

– Ci lascerà – ha commentato – soltanto un “guadagno emozionale.

Ha quindi precisato:

– É un compito titanico. Ma sono queste iniziative, sono le manifestazioni  culturali che ci permettono di sopravvivere alla crisi che del Paese.

Sul palcoscenico ci saranno gli attori Juan Carlos Gardié e Tania Sanabria. Le diverse arie operistiche saranno interpretate dalla soprano Mariana Ortiz, dalla mezzosoprano Marilyn Viloria, dal barítono Gaspar Colón ed dal tenore Aquiles Machado accompagnati dall‘ “Orquesta Sinfónica Simón Bolívar” diretta da Andrés David Ascanio Abreu, nipote del maestro  delebre José Antonio Abreu, fondatore della “Sinfónica Simón Bolívar”.

Il montaggio si appoggerà sulla scenografia dei grandi teatri neoclassici italiani. Regalerà inoltre un pot-pourri di canzone napoletane con la partecipazione del maestro Federizo Ruiz alla Fisaromónica.

“Allegria e riflessione”

L’ambasciatore d’Italia in Venezuela, Placido Vigo, ha spiegato le motivazione del patrocinio:

– Creo che sia un’eccellente opportunità per valorizzare le nostre collettività, ovunque esse siano. Ricordare l’emigrazione italiana attraverso questo repertorio non solo ci offre un momento d´allegria ma invita anche alla riflessione. Ci ricorda tutti gli italiani che sono partiti in numero altissimo. E’ un invito a non dimenticare mai dimentacare quei paesi  d’accoglienza che hanno consentito agli italiani di ricostruirsi una vita, nel periodo in cui in Italia si stava male”.

Il nostro rappresentante diplomatico considera che assistere all’opera  lirica  “sará un’emozione per tutti: per gli italiani ma anche per i venezolani che hanno i figli lontani”

“Oggi è tutto più facile. Le persone parlano per whatsapp, possono vedersi. Prima partiva una letera dal’ Australia e arrivava magari un mese e mezzo dopo”, commenta.

Vigo anticipa alla “Voce d’Italia che uno studio sulla presenza della nostra Collettività nel paese, richiesto al Consolato Generale, è già stato preparato nella sua prima fase. Sarà approfondito ed esaminato presto con i  rappresentanti della  comunità:

“Adesso cercheremo di sminuzzare ogni Stato per verificare la presenza italiana municipio per municipio,  quartiere per quartiere. Cercheremo di trovare un sistema che ci permetta di  rafforzare la struttura della rete consolare. E presentare un piano di previdenza sociale che si occupi della salute. Abbiamo iniziato  a percorrere quel cammino che ci consentirà di potere essere orgogliosi di continuare ad assistere e difendere gli italiani”, ribadisce.

Roberto Romanelli

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