Marcos Pereira a Madrid: “Preoccupa l’esodo venezuelano”

82 venezolanos fueron deportados de Trinidad y Tobago, La Agencia de Naciones Unidas para los Refugiados (ACNUR) lamentó este hecho pues varios de los ellos eran solicitantes de asilo.

MADRID – “Il Brasile ha la capacità di gestire il flusso migratorio proveniente dal Venezuela. Altrettanto, purtroppo, non si può dire dello Stato di Roraima, al confine col Venezuela”. Lo ha detto, nel rispondere ad una domanda della “Voce”, Marcos Pereira, primo vicepresidente della Camera dei Deputati del Brasile, nel corso di un incontro con i corrispondenti stranieri promosso dalla “Asociación de Corresponsales de Prensa Iberoamericana”.

4,5 milioni di emigranti. Un esodo mai visto in America Latina. I venezuelani fuggono da una crisi politica, tanto difficile da comprendere quanto impossibile da spiegare, ma soprattutto da una recessione economica che il governo non vuole o non ha le capacità di affrontare. E così, il Venezuela che fino alla fine del secolo scorso accoglieva migranti provenienti da altre latitudini, dal 2010 in avanti si è trasformato a sua volta in terra di emigranti.

–  Il Governo sta affrontando i gravi problemi che derivano dall’enorme flusso migratorio proveniente dal Venezuela – ha spiegato il deputato Pereira che, in questa conferenza stampa, era accompagnato dai deputati Silvio Serafi Costa Filo e Gilberto Precido Abramo, dal Presidente del Partito Repubblicano Democratico, Wanderley Favarese da Silva e dall’ambasciatore brasiliano in Spagna Pompeu Andreucci Neto-. Gli emigranti venezuelani sono smistati verso il centro e il sud del Paese. Lo Stato di Roraima, alla frontiera con il Venezuela, risente di questo flusso che supera di gran lunga le proprie capacità di accoglienza.

Il Vicepresidente della Camera dei Deputati non ha dubitato nel definire il governo del presidente Nicolás Maduro, una dittatura. Il Brasile, com’è noto, non riconosce il suo governo “ma solo quello legittimo del presidente Juan Guaidó”. Concetto che è stato ulteriormente ribadito dall’ambasciatore Pompeu Andreucci Neto,

– La nostra sede diplomatica a Caracas – ha spiegato ancora l’Ambasciatore del Brasile in Spagna, sollecitato dal nostro Giornale – non è stata chiusa. Noi riconosciamo l’autorità legittima del presidente Guaidó. Comunque – ha precisato – a capo della delegazione diplomatica vi è un incaricato d’affari e non un Ambasciatore.

In quanto alle conseguenze che la crisi venezuelana ha sulla stabilità politica e sociale della regione, il vicepresidente della Camera dei Deputati non ha nascosto la preoccupazione del suo paese.

– Certamente – ha detto il deputato Pereira -, è fonte di preoccupazione. La dittatura in Venezuela è una realtà che non solo preoccupa il Brasile ma tutti i Paesi democratici dell’America Latina.

Nel corso della conferenza stampa, abilmente moderata dalla collega Sully Fuentes, il vicepresidente della Camera dei Deputati del Brasile, ha affrontato anche argomenti relativi alla capacità imprenditoriale del Brasile e alle opportunità che offre alle imprese straniere, alla povertà e disuguaglianze sociali, alle relazioni diplomatiche e commerciali del Brasile con la Spagna, all’industria del turismo nel colosso sudamericano, al disastro ecologico provocato dagli incendi nella foresta dell’Amazonia e alla difesa delle minoranze etniche – leggasi, tribù indigene – che vivono nella foresta dell’Amazonia.

Mauro Bafile

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