41% giovani romani pronto a andare via, non c’è lavoro

ROMA.  – Il 41,7% dei giovani romani è pronto ad andare all’estero per migliorare la sua condizione lavorativa. Più di un terzo continua a vivere con i genitori e, benché risulti occupato quasi il 60%, per la maggioranza l’impiego non è del tutto coerente con gli studi fatti.

Racconta questo la fotografia degli abitanti della Capitale tra i 18 ai 35 anni. A scattarla è un’indagine commissionata all’Istituto Demoskopika dall’assessorato alle Politiche Giovanili di Roma e presentata oggi dall’assessore Daniele Frongia.

Si tratta, spiega il Campidoglio della “prima” del genere “a tutto campo sul territorio comunale”.

La ricerca è stata condotta coinvolgendo un campione di 3.000 giovani residenti fra i 18 e i 35, eterogeneo per sesso, età e municipio di residenza. Tra loro esiste una quota significativa di persone che, al pari di altri numerosi coetanei italiani, soffre per la mancanza di lavoro.

Per trovarlo c’è chi non si rassegna affidandosi alla tradizione con l’invio del curriculum vitae (62,4%) e chi usa canali più informali confidando nella presentazione o segnalazione da parte di parenti, amici o conoscenti(20%).

Non mancano, poi, gli sfiduciati o disincantati che piombano nel limbo dell’inattività. Demoskopika stima la presenza di circa 90 mila neet, nella fascia d’età considerata: ben il 17,3%.

Tra i motivi per cui tanti under 35 rimangono a casa di mamma e papà c’è il percorso di studi da ultmare (49,7%), la mancanza di un lavoro o di un lavoro stabile (il 14,5%), ma anche (oltre il 20% dei casi) una maggiore comodità.

Non a caso, la familia è la priorità per il 93,5% degli intervistati, seguita dall’amicizia (molto importante per il 73,7%) e dal lavoro in terza posizione (71,4%).

Il resto dello studio racconta di giovani mediamente felici, ma con poca fiducia nelle istituzioni politiche e con un atteggiamento dicotomico nei confronti dei migranti.

Con il 66,4%, l’affermazione che tra loro trova l’assenso più alto è “l’immigrazione dei cittadini stranieri permette il confronto tra culture diverse”.

Al contempo però le espressioni con il secondo e il terzo più alto assenso evidenziano la percezione dell’invasione e, dall’altro, la relazione “immigrazione- criminalità”.

Sono soddisfatti in maniera “suficiente” della loro qualità della vita in città e individuano i problemi più gravi nelle note spine del degrado e della mobilità.

Soddisfatto l’assessore Frongia l’indagine servirà ad “individuare una serie di possibili azioni da mettere in atto per favorire l’inserimento dei giovani e il loro sviluppo all’interno della società”.

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