Istat: frena stima del Pil 2019, in lieve accelerazione nel 2020

Deposito nello stabilimento di Valvigna, di Prada
Deposito nello stabilimento di Valvigna, di Prada (ANSA/AP Photo/Antonio Calanni)

ROMA. – Il segno più c’è, ma la crescita economica italiana è modesta, poco superiore allo zero, ed ancora esposta ai più gravi rischi internazionali, dazi e turbolenze geopolitiche che potrebbero avere un impatto negativo sull’evoluzione del commercio internazionale e sul livello di incertezza generale. Le ultime stime Istat indicano così per quest’anno un aumento del Pil limitato allo 0,2 per cento.

L’anno prossimo le cose potrebbero andare meglio, con un’accelerazione fino allo 0,6 per cento, ma non si recupererebbero comunque i ritmi del 2018, anno chiuso con un rialzo dello 0,8%. Nell’ultimo quadro prospettico sull’economia italiana, l’Istituto di statistica ha rivisto leggermente al ribasso le previsioni della scorsa primavera, che indicavano per il 2019 una crescita dello 0,3 per cento.

Ma nonostante il taglio, la stima rimane comunque più ottimistica rispetto a quella del governo che, nella Nota di aggiornamento al Def di fine settembre, in via del tutto ‘prudenziale’ come ha sempre indicato il ministero dell’Economia, ha inserito nel quadro macroeconomico un aumento del prodotto dello 0,1%.

Più rosee del governo sono del resto anche le previsioni dell’Ufficio parlamentare di bilancio, perfettamente in linea per quest’anno con quelle dell’Istat. Il +0,6 per cento dell’anno prossimo è invece unanimemente condiviso, anche grazie, sottolinea proprio l’Upb, ad un apporto benefico della manovra di bilancio pari allo 0,2 per cento. Certamente positivo nel biennio sarà l’andamento del mercato del lavoro.

Per quest’anno l’Istat indica infatti un calo della disoccupazione al 10% dal 10,6% del 2018, con una discesa – seppur marginale – sotto la doppia cifra nel 2020, al 9,9 per cento. La previsione è dunque di un “proseguimento della dinamica positiva” a cui corrisponderà però un’ulteriore riduzione della produttività, determinata proprio da un aumento del Pil inferiore a quello dell’occupazione.

Il mercato del lavoro risente infatti generalmente con qualche ritardo dell’andamento dell’economia, così il calo più sostenuto della disoccupazione registrato negli ultimi mesi andrà progressivamente affievolendosi nei prossimi, fino quasi ad annullarsi.

La decelerazione riguarda invece già ora la spesa delle famiglie: quest’anno dovrebbe fermarsi ad un incremento dello 0,6 per cento, a cui dovrebbe però corrispondere un deciso aumento della propensione al risparmio. Stesso dicasi per gli investimenti che, secondo l’Istat, “mostrano un profilo in rallentamento”: nel 2019 la crescita si fermerà al 2,2% rispetto al 3,2% del 2018, non superando l’1,7% nel 2020.

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