Conrado Varotto eletto ricercatore dell’anno in Argentina

Il presidente Mauricio Macri consegna il diploma di "Scientifico dell'anno" a Conrado Varotto.
Il Presidente Mauricio Macri consegna la distinzione di ricercatore dell'anno a Conrado Varotto, insieme al Ministro Lino Barañao, . (Foto: Rafael Mario Quinteros)

MAR DEL PLATA – Conrado Varotto è stato riconosciuto come il miglior ricercatore dell’anno con il premio Houssay Trajectory Award da Mauricio Macri, per il suo grande contributo alla scienza e alla ricerca in Argentina. È stato il fondatore dell’INVAP, ha messo in orbita quattro satelliti dell’Argentina ed è stato per 24 anni responsabile della direzione della Commissione Nazionale delle Attività Spaziali (CONAE), che ha lasciato lo scorso anno per diventarne un consulente ad honorem. La sua storia è quella di un immigrato italiano che si è innamorato del paese.

Varotto è nato nel 1941 a Brugine, in provincia di Padova, in Italia durante la seconda guerra mondiale. Aveva 9 anni quando, nel 1951, arrivò in Argentina con la madre e il fratello maggiore Mario. Il padre, che aveva viaggiato prima, li stava aspettando. Una volta stabilitisi nel Paese, lui e suo fratello entrarono nella scuola Salvador con borse di studio. “I gesuiti erano incaricati di darmi molti dei valori che ho ancora oggi e si sono preoccupati di far crescere il mio amore per le scienze, in particolare la fisica”, ricorda Conrado.

Dice che in quel momento si rese conto che l’Argentina era “un paese meraviglioso, pieno di opportunità”. Nel 1955 entrò all’Università di Buenos Aires e poco dopo si recò a Bariloche per studiare all’Istituto Balseiro, di cui fu uno dei primi studenti e dove si sarebbe laureato in fisica per poi conseguire il dottorato nel 1968

È uno dei grandi promotori dell’attività spaziale argentina. Varotto è stato a capo del CONAE per diversi governi di diverse convinzioni politiche e ha sempre saputo rimanere in disparte per favorire la ricerca e lo sviluppo scientifico del Paese. “Quando le persone sono veramente impegnate, gli argentini possono fare molte cose importanti. Ci vogliono solo volontá e sforzo, niente di piu’. E dobbiamo smettere di criticarci a vicenda”, dice.

D’altra parte, Conrado mostra la sua preoccupazione per l’educazione e chiede agli insegnanti di “sentirsi di nuovo educatori”, di “farlo per il futuro del paese”. Egli assicura che tutti loro meritano “uno stipendio dignitoso”, ma sottolinea anche che “gli insegnanti sono pilastri della nostra società e non possiamo permettere che l’istruzione sia distrutta”.

(di Angelo Di Lorenzo)

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