Ottimismo Conte sul governo, ma Renzi è spina nel fianco

Matteo Renzi, sullo sfondo Giuseppe Conte.
Matteo Renzi, sullo sfondo Giuseppe Conte. (ANSA)

ROMA. – Calma e cauto ottimismo sul fronte interno, attenzione massima (e silenziosa) sulle crisi in Libia e in Iraq. L’inizio anno di Giuseppe Conte segna un parziale allontanamento dai riflettori del premier prima del gran rientro: il 7 gennaio, con l’atteso vertice sulla prescrizione.

Ma quello di mercoledì, per il presidente del Consiglio, sarà anche il primo giorno utile per tastare da vicino lo stato di salute della maggioranza. Una maggioranza che, se da un lato appare rinsaldata dal nuovo asse Luigi Di Maio-Nicola Zingaretti, dall’altro resta vulnerabile su due fronti: la crisi interna del M5S e le posizioni, sempre più belligeranti, di Matteo Renzi.

Il vertice tra Di Maio e Zingaretti, non a caso, ha fatto scattare l’allarme dalle parti di Italia Viva. E le stoccate dell’ex premier, indirizzate quasi tutte al M5S, non si sono fatte attendere. “Se fossi ministro degli Esteri mi preoccuperei delle vere guerriglie, non di quelle interne a M5S”, è la “puntura” di Renzi nell’intervista al Messaggero.

Intervista nella quale il leader di Iv apre ufficialmente un nuovo fronte nel governo, quello della revoca a Autostrade. “Punire chi ha sbagliato sul Morandi è sacrosanto. Fare leggi improvvisate che privano il Paese di credibilità e fanno fuggire gli investitori internazionali invece è un assurdo”, attacca Renzi.

Ma il M5S – e il Pd, seppur con toni diversi – non ha intenzione di cedere. “Pensate davvero che ci fermeremo nella revoca delle concessioni autostradali ai Benetton solo perché Matteo Renzi e Matteo Salvini (i gemelli della politica) si oppongono? Questa è e sarà la nostra priorità, se ne facciano una ragione e trovino altri finanziatori”, è la secca replica di Manlio Di Stefano. Che, non a caso, mette sullo stesso piano Salvini e Renzi, forse gli avversari principali del Movimento dopo il suo ultimissimo restyling filo-governo.

Lo scontro però rischia di avere serie conseguenze al momento del voto in Aula sul Milleproroghe e in particolare della norma che, di fatto, agevola il governo nel caso in cui optasse per la revoca della concessione. Su quella norma “voteremo contro”, avverte Conte.

Il nodo emergerà nei prossimi giorni quando sarà rivelato l’esito dell’istruttoria su Autostrade. E’ dall’istruttoria, un po’ come accade sulla Tav, che Conte fa dipendere la sua decisione. Ma linea del premier resta molto vicina a quella del M5S: non fare sconti a nessun responsabile delle vittime del Morandi.

Il dossier Autostrade s’incrocia con quello giustizia. L’impressione, però, è che Pd e M5S possano trovare un punto di caduta, così come sull’Autonomia. Certo, sulla prescrizione le parti restano distanti ma la volontà comune è una: andare avanti con il governo e con la legislatura. Anche per questo il premier opterà per un percorso prudente nel confronto per la definizione dell’agenda.

E’ probabile che Conte veda prima singolarmente ciascuna forza della maggioranza e poi, plausibilmente dopo le Regionali, tiri le fila. Nel frattempo ciascun partito definirà le sue priorità. Il Pd lo farà nel “conclave” del 13 e 14 gennaio e non è escluso che, nei prossimi giorni, anche lo stato maggiore del M5S si riunisca.

Il tutto con la spada di Damocle di un mondo sull’orlo della guerra. E’ su questo punto che, in queste ore, si concentra l’attenzione di Conte e di Di Maio. Con il ministro degli Esteri che non risparmia una replica al veleno a Renzi e a chi lo taccia di inconsistenza: “Lavoro per scongiurare una ulteriore escalation, senza clamori, senza slogan e senza iniziative improvvisate”, sottolinea il leader del M5S.

(di Michele Esposito/ANSA)

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