Tre anni in carcere per rapina, ma era innocente

Attraverso un cancello del carcere detenuti camminando nel corridoio.
Attraverso un cancello del carcere detenuti camminando nel corridoio.

FIRENZE. – Non era lui la notte del 7 settembre 2011 a rapinare con ascia e coltello 100 euro a un passante nella stazione di Viareggio (Lucca). Però venne lo stesso condannato con sentenza definitiva a 4 anni e 8 mesi di carcere. Tre e mezzo di questi li ha passati in cella.

Ora, Mounir Knani, muratore intanto divenuto 40enne, tunisino, vittima di errore giudiziario, ha vinto una causa di revisione del processo davanti alla corte di appello di Genova. E’ tornato libero e può chiedere il risarcimento allo Stato per ingiusta detenzione.

L’esito ha ribaltato condanne del tribunale di Lucca (30 maggio 2012), della corte di appello di Firenze (27 giugno 2014) e della Cassazione (7 aprile 2016). Il 16 dicembre 2019 la corte ligure, competente sul distretto toscano, lo ha assolto per non aver commesso il fatto. Lo stesso Pg di Genova ha chiesto l’assoluzione.

“Tecnicamente dobbiamo aspettare che la sentenza diventi definitiva coi termini previsti che scadono a marzo – spiega l’avvocato Stefano Gambini che ha assistito il tunisino in giudizio – Ma riteniamo impossibile che la procura generale di Genova ritorni sui suoi passi dopo aver chiesto l’assoluzione, quindi escluderei un ricorso in Cassazione”.

Per il difensore è uno “dei rari casi in cui un processo di revisione va a buon fine, è importante dirlo a vantaggio di altre situazioni simili”. Un aspetto decisivo per l’innocenza di Knani, spiega, è aver dimostrato che nei processi non erano stati sentiti i testi che davano l’alibi: la fidanzata italiana poi diventata moglie (il matrimonio è stato celebrato con lui detenuto), la figlia di lei, la fidanzata di un altro tunisino che lei stessa ha indicato come il vero colpevole.

I primi due erano nomi citati negli atti e mai interrogati: le due donne confermano che Knani era con loro in casa la notte della rapina. Il terzo teste è l’ex fidanzata del presunto, vero aggressore dell’anziano. Si tratta di una donna di Lucca rintracciata in Germania e che ha accusato il suo ex, che peraltro venne arrestato per un’altra rapina fatta in modo simile pochi giorni dopo il fatto del 7 settembre 2011.

Questo racconto ha fatto scattare un’indagine parallela da cui emerge pure che nei video delle telecamere non compare mai Knani. Mentre l’altro tunisino si vede più volte in orari compatibili. Su testi e ‘colpi di scena’ la Cassazione ha dato una svolta netta rilevando illegittimità processuali.

Dopo che Knani aveva fatto una prima istanza di revisione alla corte di appello di Genova, che venne respinta come inammissibile, la Cassazione ha annullato l’ordinanza imponendo a Genova di rifare il processo. Quindi, l’assoluzione. Come fu coinvolto Knani? L’anziano rapinato pensò di riconoscerlo in una foto segnaletica.

Il tunisino ha un solo precedente di polizia risalente nel tempo (fu identificato in un edificio occupato) e, presente in Italia dal 2000, è sempre stato in regola col permesso di soggiorno.

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