Sfida dem in New Hampshire, Bernie e Pete all’ultimo voto

L'ex sindaco di South Bend Pete Buttigieg ed il senatore socialista Bernie Sanders si stringono le mani
L'ex sindaco di South Bend Pete Buttigieg ed il senatore socialista Bernie Sanders si stringono le mani. (daily Mail)

WASHINGTON. – New Hampshire al voto per la seconda tappa delle primarie democratiche. Il tema di fondo resta il duello tra Bernie Sanders e Pete Buttigieg, divisi all’anagrafe da 40 anni e politicamente dalla contrapposizione tra una piattaforma socialista e una moderata. I favoriti dei sondaggi in questo stato bianco e progressista del New England restano infatti loro due, i vincitori dei caotici caucus in Iowa, con Pete che ha strappato 14 delegati contro i 12 del rivale.

Secondo una media di RealClearPolitcs, il senatore socialista è in testa con il 28,7% in questo stato che nel 2016 aveva vinto a man bassa con il 60,40%, staccando Hillary Clinton di 22 punti. L’ex sindaco di South Bend (Indiana) è secondo con il 21,3%. A distanza un gruppetto di inseguitori guidato da Amy Klobuchar, data in ascesa, all’11,7%. La senatrice è già la vincitrice del voto notturno in alcuni villaggi del nord. Mentre la collega Elizabeth Warren e l’ex vicepresidente Joe Biden si contendono invece il quarto posto con l’11%.

In palio ci sono solo 24 dei 1990 delegati necessari per la nomination ma la classifica finale può determinare il futuro esito della gara, lanciando i due frontrunner e costringendo qualche candidato a ritirarsi, mentre incombe l’incognita Michael Bloomberg: il miliardario scenderà in campo solo nel Super Tuesday del 3 marzo ma grazie ai suoi spot milionari ha conquistato in alcuni sondaggi nazionali la terza posizione col 15% delle preferenze, sorpassando la Warren (14%) e Buttigieg (10%).

Lunedì sera i candidati hanno chiuso la campagna con gli ultimi comizi, concerti, selfie e strette di mano, dopo essersi scambiati attacchi più personali. Pete si è giocato l’asso dell’endorsement di Kevin Costner, che nel 2008 aveva appoggiato Barack Obama. Il due volte premio Oscar lo ha elogiato a Exeter: “Penso che dobbiamo promuovere le persone che ci fanno sentiré bene, penso che dobbiamo portare avanti le idee che ci consentano di far progredire il Paese”, ha spiegato, dicendosi “colpito da Pete” e dalla sua capacità di ascoltare. Buttigieg ha corteggiato aggressivamente i democratici moderati, quelli che lui chiama “i futuri ex repubblicani” e gli indipendenti, che qui sono oltre il 40% e potrebbero fare la differenza.

Per Sanders, che ha chiuso la campagna con la giovane star del partito democratico Alexandra Ocasio-Cortez, si trata dell’opportunità di consolidare non solo il suo ruolo di frontrunner ma anche di chiudere la partita a sinistra con la Warren, che rischia un’imbarazzante sconfitta in uno Stato che confina col suo Massachusetts.

I moderati stentano a unirsi dietro ad un candidato, dopo che Buttigieg ha preso la testa della corsa. Biden deve guardarsi dalla Klobuchar e sembra aver già alzato bandiera bianca: prima ancora di conoscere i risultati è volato con la moglie in South Carolina, dove spera di rifarsi il 29 febbraio grazie all’elettorato nero. “Ho preso una bastonata in Iowa e probabilmente ne prenderò un’altra in New Hampshire”, aveva detto al dibattito tv con gli altri candidati.

Nel frattempo però continua a crescere Bloomberg, che sembra preoccupare Trump. “Sono tutti candidati deboli”, ha assicurato lunedì será il tycoon in un comizio oceanico in New Hampshire, dove afronta primarie senza rischi seri e dove spera di vincere in novembre.

Ma l’attacco più velenoso l’ha riservato oggi proprio a “mini Mike”: lo ha accusato di essere “un razzista totale” postando l’audio con i suoi commenti inediti a difesa della controversa prassi dello “stop and frisk” (ferma e perquisisci) che colpiva le minoranze e che attuò come sindaco di New York. Poi però Trump ha rimosso il tweet, forse pensando che poteva diventare un boomerang: e non solo per le sue numerose uscite a sfondo razzista ma anche perché in passato si era dichiarato a favore di questo metodo.

Bloobmerg gli ha replicato: “Il suo attacco riflette chiaramente il suo timore per la crescente forza della mia campagna. Non fare errori presidente: non ho paura di te e non consentirò che bullizzi me o chiunque altro in America, tra ora e novembre farò di tutto per sconfiggerti, che io sia nella scheda o meno”.

(di Claudio Salvalaggio/ANSA)

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