Coronavirus: 9 casi in Spagna, 5 di cittadini italiani

MADRID – Sono 9, fino ad ora, i casi accertati di persone contagiate dal coronavirus. Dopo il turista tedesco, a La Gomera, e quello britannico, a Maiorca, che hanno già abbandonato le strutture ospedaliere nelle quali erano stati ricoverati; sono stati accertati altri sette casi. Si tratta del medico ricoverato a Tenerife assieme alla moglie e ad una coppia di connazionali che li accompagnavano; di una signora di 36 anni, sempre di origine italiana che si è recata a Bergamo e a Milano dal 12 al 22 febbraio, ricoverata a Barcellona; di un uomo assistito all’Ospedale di Villa Real (Castellón) e di un giovane di 24 anni, tornato dal Nord Italia dove si era recato per ragioni di lavoro.

Per il momento le condizioni dei contagiati non rivestono preoccupazione. Sono sottoposti alle cure mediche ritenute necessarie per controllare il virus e ricoverati nelle aree di isolamento per malattie infettive.

Il virus sbarca a terraferma

Quindi il coronavirus è sbarcato a terraferma. E, di conseguenza, le autorità sanitarie hanno messo in atto protocolli decisi nei giorni precedenti. Dopo il caso del medico italiano a Tenerife, si aveva la certezza che il virus, prima o poi, si sarebbe propagato anche nella Spagna continentale. Infatti, visto il lungo periodo di incubazione, circa due settimane, è difficile individuare il visur, se non quando si manifestano i sintomi.

Il ministero della Sanità spagnola, e le province autonome, hanno deciso, dopo la riunione del “Consejo Interterritorial de Salud” di ampliare le aree considerate a rischio: Cina, Giappone, Corea del Sud, Iran e il Nord-Italia. Le autorità sanitarie, visto anche la presenza di una numerosa comunità italiana e italo-spagnola, consigliano di non viaggiare in Italia. Almeno per il momento.

Il ministro della Sanità, Salvador Illa, ha ordinato di considerare casi sospetti di coronavirus tutti quei malati che presentano alterazioni alle vie respiratorie e che si siano recati nelle aree considerate a rischio nei 15 giorni precedenti alla manifestazione della sintomatologia.

“Fortunatamente ci sono procedure concordate in caso di sospetti casi di coronavirus – ha spiegato con un twitter Ignacio Aguado, vicepresidente della “Comunidad de Madrid” -. Bisogna seguire le indicazioni delle autorità sanitarie”.  

Redazione Madrid

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