Dalla Tbc al Coronavirus: Amuchina, l’igienizzante nato al Sud

Un banchetto allestito da una friggitoria in piazza Caricamento, dove si disinfettano le mani gratuitamente con una soluzione artigianale a base di alcool contro il Coronavirus.
Un banchetto allestito da una friggitoria in piazza Caricamento, dove si disinfettano le mani gratuitamente con una soluzione artigianale a base di alcool contro il Coronavirus. Genova, 27 Febbraio 2020. ANSA/LUCA ZENNARO

ROMA. – La soluzione disinfettante concentrata più richiesta dagli italiani in tempo di Coronavirus, l’Amuchina, di emergenze sanitarie ne ha già viste parecchie. A cominciare dal 1939, quando fu usata a seguito dell’epidemia di tubercolosi che colpì l’Italia. Il suo inventore, l’imprenditore ed ingegnere pugliese, Oronzio De Nora, la mise a punto e la brevettò nel 1923.

Caratteristica fondamentale dell’igienizzante, il cui nome deriva dal greco e indica proprio l’azione disinfettante contro il bacillo responsabile della tubercolosi, il Mycobacterium Tubercolosys, è la sua capacità di penetrare la membrana cellulare annientando ogni tipo di virus, batteri, funghi e spore, compreso quello dell’antrace e dell’Aids, senza incidere però su tessuti e materiali disinfettati.

Nei decenni successivi le attività industriali dell’igienizzante puntarono soprattutto sulla disinfezione ospedaliera e sul trattamento delle ferite, così i prodotti furono commercializzati in ospedale e farmacia. Successivamente, negli anni 70, Amuchina fu usata anche per la disinfezione delle apparecchiature per la dialisi.

Ma fu negli anni ’80 che la soluzione disinfettante balzò in cima alle richieste dei cittadini, quando in Campania scoppiò improvvisamente un’epidemia di Colera causata da cozze provenienti dall’estero. In quel periodo Amuchina divenne l’igienizzante più usato per la disinfezione di frutta e verdura.

Tuttavia il marchio, praticamente di nicchia e fondamentalmente riconducibile ad un unico prodotto, l’Amuchina concentrata, il grande balzo dal punto di vista commerciale lo fa nel 2000, con l’acquisto da parte della Angelini con l’obiettivo di mettere in atto una forte strategia di espansione del brand.

Nelle ultime settimane, da quando le notizie sulla diffusione del Covid-19 sono entrate nelle case di tutti, la richiesta di Amuchina è arrivata alle stelle, poiché igienizzare le mani e le superfici è stata indicata dalle maggiori autorità sanitarie internazionali e italiane come il modo migliore per difendersi dal virus.

La produzione, fa sapere l’azienda, è aumentata così come le attività industriali sono state riorganizzate per dedicarsi prevalentemente alla produzione di disinfettanti. Il prezzo è rimasto invariato ed ogni aumento è legato a speculazioni dalle quali l’azienda ha preso immediatamente le distanze.

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